MILANO – Dopo il successo di Paddington 2 (il miglior film del mondo anche secondo Nicolas Cage e Pedro Pascal nell’iconico scambio di battute in Il talento di Mr. C) Paul King scrive e dirige un giovane Willy Wonka prima che aprisse la sua nota Fabbrica di Cioccolato. Stavolta dopo Gene Wilder e Johnny Depp è l’ormai lanciatissimo Timothée Chalamet a dare il volto al cioccolataio nato dalla mente dello scrittore Roald Dahl. Wonka racconta la storia di come il più grande inventore, mago e cioccolataio del mondo sia diventato l’amato Willy Wonka che conosciamo per la sua Fabbrica di Cioccolato. Difficile fare meglio di Gene Wilder e Johnny Depp. E infatti l’interpretazione di Timothée Chalamet non eclissa quella dei suoi predecessori, ma dimostra comunque l’innata dote da star per cui è ormai noto il giovane attore.

Wonka è costruito a misura su di lui con un musical che dimostra la versatilità di Chalamet che si rivela un ottimo cantante e ballerino (oltre che confermandosi come un grande attore ad appena 28 anni). Questo giovane Willy Wonka, rispetto ai film di Mel Stuart e Tim Burton, è un dolce sognatore (in questo il volto di Timothée Chalamet incarna il sentimento alla perfezione) ancora vittima di una vita giovane e sregolata, con un occhio al passato (in particolare alla mamma interpretata da Sally Hawkins, a cui si deve la sua passione per i dolci) e uno ad un futuro districato di ostacoli, in cui l’aiuto di Noodle (Calah Lane) si rivela essenziale per la crescita di Willy Wonka mettendo in luce un aspetto vulnerabile del personaggio finora mai preso in considerazione.

La giovane vita di Wonka si muove in un ritmo cadenzato da musical (sia chiaro che è un musical dal primo fino all’ultimo minuto) con le canzoni di Neil Hannon cantate e ballate in una scenografia degna del migliore live action Disney, considerando che Wonka di Paul King è probabilmente il miglior film a la Disney che potrete vedere durante queste feste – il che la dice lunga sulla qualità dell’ultimo periodo della Casa di Topolino. Non è sicuramente un film perfetto nel senso che non è per tutti: i toni sopra le righe e così musicati potrebbero far storcere il naso a più di qualcuno tra il pubblico, ma Paul King ha il grande merito di aver messo tutti d’accordo regalandoci questa interpretazione di Timothée Chalamet.

Menzione speciale anche per Olivia Colman (mai così odiosa), Rowan Atkinson (il celebre Mr. Bean, qui in un piccolo ma memorabile ruolo di un prete “corrotto” dal cioccolato) e come non parlare dell’Umpa Lumpa di Hugh Grant, così bizzarro da essere uscito da un sogno febbrile, eppure estremamente in linea con quell’aria da “snob” tipica dell’attore che quasi ci dimentichiamo di star vedendo una creatura fantastica quanto più semplicemente un Hugh Grant estremamente basso. Prossima apertura: la Fabbrica di Cioccolato.
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