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We Own This City | Jon Bernthal, il talento di David Simon e l’eredità di The Wire

Il libro di Justin Fenton, il caso Freddie Gray e una storia vera: perché dovreste riscoprire la serie HBO?

We Own This City
Da Wunmi Mosaku a Jon Berthal, i volti di We Ow This City.

ROMA – Ascesa e declino della Gun Trace Task Force del Dipartimento di Polizia di Baltimora, un’unità speciale che, creata per far fronte al dilagare del crimine, diventa a sua volta organizzazione criminale. Questo – e molto, molto, altro – è We Own This City – Potere e corruzione, miniserie in sei parti basata su We Own This City: A True Story of Crime, Cops and Corruption in an American City, libro di Justin Fenton, un giornalista del Baltimore Sun, diretta da Reinaldo Marcus Green e scritta da George Pelecanos e David Simon, ovvero le due menti dietro il capolavoro The Wire. La serie – in Italia passata un po’ troppo sottotraccia, ora la trovate su NOW – ci riporta a Baltimora, vista attraverso gli occhi della polizia e dei personaggi coinvolti nello scandalo della GTTF, dal leader Wayne Jenkins (un grande Jon Bernthal) – che si inventa un piano per rapinare gli spacciatori – fino al procuratore federale Nicole Steele (Wunmi Mosaku, bravissima), che porta avanti il caso con una determinazione quasi feroce.

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Jon Bernthal è Wayne Jenkins del dipartimento di polizia di Baltimora.

Lungo il percorso, incontriamo anche altri membri della GTTF, come Daniel Hersl (Josh Charles, ve lo ricordate ne L’attimo fuggente?), Momodu Gondo (McKinley Belcher III) e Jemell Rayam (Darrell Britt-Gibson), che lottano con la propria coscienza, oltre a Sean Suiter (Jamie Hector), un detective della omicidi che rimane invischiato nell’indagine. La serie non risparmia nel descrivere brutalità e corruzione della GTTF, così come le carenze del sistema che le rendono possibili. Mostra anche l’impatto delle loro azioni sulle vittime, come David McDougall (David Corenswet), un giovane accusato ingiustamente di aver sparato ad un agente di polizia, ed Erika Jensen (Dagmara Dominczyk), un avvocato difensore che cerca di denunciarne la condotta. Lo spettacolo contestualizza anche lo scandalo della GTTF all’interno del più ampio panorama sociale e politico di Baltimora, in particolare nel periodo delle proteste per la morte di Freddie Gray, un afroamericano che, arrestato nel 2015 per possesso illegale di un’arma dal dipartimento di polizia, venne ucciso prima di raggiungere la cella.

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Wunmi Mosaku in un’altra scena di We Own This City.

Questo ha fatto si che si scatenassero disordini e venissero messe in luce le tensioni razziali e la brutalità della polizia in città (i sei poliziotti coinvolti vennero poi assolti). Tutto questo rende We Own This City qualcosa più di un semplice dramma, ma un’opera che esplora i temi del potere, della giustizia, della responsabilità e della redenzione. La serie si avvale di un cast notevole che offre interpretazioni potenti, in particolare Bernthal, che ritrae Jenkins come un leader affamato che razionalizza i crimini come mezzo per raggiungere un fine. Le varie storie sono legate benissimo, mentre i dialoghi sembrano casuali e quasi improvvisati – marchio di fabbrica di The Wire – con la fotografia che cattura l’atmosfera di Baltimora e la colonna sonora di Kris Bowers valore aggiunto assieme alle canzoni (si va dai Migos con Lil Uzi Vert a Etta James, Nighthawks, Neil Diamond e Tech N9ne) che sottolineano la tensione della storia e ci portano nelle strade popolari di Baltimora.

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Ancora Jon Bernthal in azione in un altro momento.

Un approccio che non solo funziona come ritorno al passato a The Wire, che prosperava bilanciando numerosi fili narrativi contemporaneamente, ma coinvolge e stordisce lo spettatore che si ritrova davanti ad un ritratto ricco di sfumature riguardo un argomento complesso e controverso, che qui in Italia (fortunatamente) non è così sentito come negli Stati Uniti. Una cosa è certa: con We Own This City, David Simon e George Pelecanos hanno aggiunto un altro capitolo alla loro storia, creato qualcosa di sostanziale, che parla di un momento nel tempo definito da un assoluto abuso di potere, dalla redenzione e dalla ricerca di giustizia. Se avete amato The Wire e seguite da sempre il talento di David Simon (vedi anche Show Me A Hero), iniziate immediatamente la maratona, non ve ne pentirete…

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  • VIDEO | Qui il trailer di We Own This City:

 

 

 

 

 

 

 

 

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