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Vito Lo Re: «Io Sono l’Abisso, il rapporto con Donato Carrisi e quella canzone…»

Il tema principale, la canzone, la collaborazione con il regista. La nostra intervista al compositore

Vito Lo Re, compositore dei tre film firmati da Donato Carrisi.

MILANO – Dal primo film, La ragazza nella nebbia, fino al terzo e ultimo, Io Sono l’Abisso, dietro il cinema di Donato Carrisi c’è sempre lui, Vito Lo Re, eclettico compositore milanese capace in carriera di passare dalla classica al pop, da produzioni liriche come Il barbiere di Siviglia e La Bohème ad arrangiamenti pop per Arisa e Edoardo Bennato. «Donato? Con lui ormai ci capiamo subito», spiega Lo Re a Hot Corn. «In questo caso per Io Sono l’Abissol’idea originaria era di seguire la pista tracciata dai primi due film, quindi quella orchestrale. Poi però la musica ha preso una piega più intimistica che ha ridotto drasticamente l’organico e alla fine ho usato solo pianoforte, viola e violoncello».

Vito Lo Re
Vito Lo Re riflette su Io Sono l’Abisso.

IO SONO L’ABISSO – «La chiave della colonna sonora? Direi la chiave della pazienza e della adattabilità, che credo non debba mancare a chi fa questo lavoro. Con Donato eravamo partiti da un concept della colonna sonora più tradizionale che prevedeva l’orchestra e un posizionamento delle musiche nei punti topici. Poi abbiamo cominciato a lavorare di sottrazione, togliendo sempre più punti musica fino a rinunciare al tema che avevo scritto. Questo processo di sottrazione ci ha portato ad una scarnificazione delle musiche culminata con la decisione di usarle solo nel finale. Qui devo dire che sono stato facilitato perché Donato ha talmente amato il pezzo che avevo scritto che ha concepito, girato e montato la scena del film su quel brano che quindi ha l’onere, l’onore e la responsabilità di reggere l’effetto emotivo del finale del film…».

IO & DONATO – «Sì, questo è il mio terzo film con Donato Carrisi. Com’è? Sempre molto franco e diretto. Diciamo che abbiamo ormai raggiunto la possibilità di parlare fuori dai denti riguardo ciò che ci piace e, soprattutto, ciò che non ci piace. Questo passa attraverso moltissimi cambi in corsa. Spesso musico e rimusico la stessa scena molte volte finché non siamo entrambi soddisfatti al 100% del risultato. Cerchiamo sempre di non innamorarci di certe idee creative, se poi innamorarsene significa implicitamente restarne schiavi. Bisogna sempre avere la libertà di buttare via tutto e ricominciare da zero…».

Vito Lo Re
Vito Lo Re con Shoker MC e Fabrizio Campanelli.

LA CANZONE – «C’era una scena del film con una festa di ragazzi e ho pensato quindi a una musica diegetica che però avesse una forte connotazione espressiva. Ovviamente ci voleva un pezzo che servisse emotivamente la scena ma potesse avere anche una sua vita fuori dal film, pur essendone la canzone originale. Ho quindi coinvolto Fabrizio Campanelli e Fabio Riccio nella scrittura di una canzone pop-rap che potesse anche contrastare l’anima intimista della colonna sonora. Fabrizio ha capito al volo quello che mi serviva ed è entrato con entusiasmo nel progetto. Shoker MC poi, con la sua interpretazione, ha fatto il resto e il risultato è appunto La Mia Queen che si sente anche sui titoli di coda (potete ascoltarla qui sotto, nda)».

Io Sono l'Abisso
Gabriel Montesi in una scena de Io Sono l’Abisso.

I MIEI RIFERIMENTI – «Compositori preferiti? Tantissimi perché ho una formazione classica ma ho sempre ascoltato di tutto e ho lavorato con i generi musicali più disparati. Divido la musica in sole due categorie: quella che mi comunica qualcosa e quella che non mi comunica nulla. Detto questo è difficile pensare alla mia figura professionale senza riferirsi a due mostri sacri: Ennio Morricone e John Williams. Mi piacciono però molti altri compositori, anche giovani italiani: sono convinto che ci sia tanto talento in giro ma con poche possibilità di esprimerlo…».

  • SOUNDTRACK | La nostra sezione dedicata alle colonne sonore
  • INTERVISTE | Donato Carrisi: «Io Sono l’Abisso e il cast senza nomi»
  • AUDIO | Qui la canzone scritta per Io Sono l’Abisso:

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