ROMA – Ma cos’è Un oggi alla volta? Un teen drama molto semplice negli intenti e nella realizzazione, ma la cui forza risiede tutta nel grande cuore della sceneggiatura e nei volti dei suoi interpreti. Presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma e ora in sala con Vision, qualcuno potrebbe subito pensare di non far parte del pubblico a cui il film di Nicola Conversa è rivolto. E invece? Invece no. Perché? Perché Un oggi alla volta è una storia che riesce a toccare le corde del cuore di tutti. Ma andiamo con ordine: Marco (Tommaso Cassissa) è un ansioso diciannovenne prossimo alla maturità, con tre materie da recuperare, una madre (Katia Follesa) che vive con lo smartphone sempre in mano ed un fratello (Francesco Centorame) che invece sogna di fare il cantante indie.
È a-social e vorrebbe amare come si faceva un tempo. Aria (Ginevra Francesconi) si è diplomata l’anno precedente, ha tatuato sul braccio la frase che dà il titolo al film, e vive ogni giorno come se fosse l’ultimo. A seguito di un numero di telefono memorizzato male, Marco e Aria si conoscono ed iniziano a piacersi. Marco però non sa che il motivo per cui Aria vive un oggi alla volta, non è perché è bellissima e ribelle – come vuole dimostrare di essere – ma è per colpa di una malattia degenerativa che la fa andare a dormire senza sapere se un domani ci sarà veramente. Ecco, bastasse questo, perché Un oggi alla volta racconta proprio la paura del tempo – di sprecarlo, di arrivare in ritardo – che attanaglia i più giovani (ma non solo).
Una paura resa ancora più forte dalla pandemia e dai mesi surreali che abbiamo vissuto durante il COVID. Ed è chiaro il sottotesto dell’opera prima di Conversa, forse davvero il primo film in Italia a trattare con delicatezza una ferita profonda e ancora aperta come quella della pandemia, spettro che aleggia un po’ nelle parole di Marco e un po’ per tutta la pellicola. Un plauso all’esordio di Nicola Conversa, perché “delicatezza” è proprio la parola chiave di questa storia: i temi affrontati da Un oggi alla volta passano dai social media fino alla malattia, con un rispetto tale da rendere (finalmente, sì) realistica una storia che poteva essere unicamente adolescenziale. E con delicatezza è capace di regalarci anche tante risate.
Certo, per farlo si affida anche a delle soluzioni e dei cliché semplicistici, ma non sono difetti quando è chiaro che ci troviamo di fronte ad un film tanto coeso. Merito del cast di giovanissimi, così perfetti in dei ruoli capaci di scuotere i cuori degli spettatori di qualsiasi età. E sì, forse rimane davvero questo il grande pregio del film: essere destinato a tutti. In un certo senso, apre anche nuove prospettive di dialogo tra il cinema e il suo pubblico fatto di adulti, grandi, piccini e famiglie unite da storie generazionale che il cinema – anche in Italia – è ancora capace di raccontare. Anche grazie ad un film come Un oggi alla volta. Cercate di non perderlo.
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