«This ain’t no freestyle battle, y’all niggas getting killed», cantava Tupac Shakur nel brano Hit ‘Em Up, nel 1996, a pochi mesi dal suo omicidio, avvenuto per le ferite d’arma da fuoco che lo raggiunsero a Las Vegas, mentre era a bordo di una BMW E38, dopo aver assistito all’incontro di box tra Mike Tyson e Bruce Seldon. Strofa, quella, drammaticamente profetica.

Perché, nel cuore degli Anni Novanta, tra l’East e la West Coast degli Stati Uniti, si è combattuta – e gli strascichi si avvertono ancora oggi – una vera e propria guerra armata senza esclusione di colpi. Le etichette discografiche di New York, dove l’Hip Hop era nato tra i block party del Bronx, contro quelle di Los Angeles. In un gioco al trono folle e cruento, spinto oltre il limite da quei media assetati di scoop e prime pagine.

Così, fino alla scintilla di Tupac, la strada che ha portato ad un’insana resa dei conti ha visto sfidarsi Ice Cube e N.W.A, Dr. Dre contro Eazy-E, manager senza scrupoli e crew piene zeppe di tradimenti, segreti, bugie. Come se fosse una sorta di Shakespeare ritmato tra le Avenue di New York e i Boulevards di Los Angeles. Tupac accusa Notorious B.I.G di essere il mandante dell’agguato ai Quad Studios di Manhattan.

Tutto diventa caldo, le accuse si fanno dirompenti. Il rapper newyorchese gira con un giubbotto antiproiettile, Biggie fa squadra con Puff Daddy. Nessuno vuole cedere il terreno, né vuole alzarsi dal tavolo di un risiko che non prevede vincitori. Dunque, uno dopo l’altro, gli Imperatori crollano: prima, Shakur, dopo, nel marzo del 1997, in una dinamica simile a quella di Tupac, Biggie Smalls. Ucciso da quattro colpi di pistola partiti da una Chevrolet Impala.

Cosa si nasconde dietro i loro omicidi? È tutto vero quello che è stato scritto? Ipotesi su ipotesi, teorie su teorie. Con gli inevitabili complotti del caso: Biggie ha ucciso Tupac? Oppure è tutta una messa in scena politica? E, Biggie, perché è morto? C’è dietro una cospirazione che vede protagonista la Death Row Records?

Nessuna di queste domande, a più di vent’anni, ha avuto una risposta definitiva. Anche perché, le indagini, non furono approfondite, con le sparatorie bollate come ”consueti” scontri tra faide. Però, tra i più attivi nelle indagini, c’era il detective Russell Poole, che sulla Death Row Records riversò le accuse di aver ucciso Notorious B.I.G., in combutta, attenzione, con alcuni organi della polizia di Los Angeles.

Una storiaccia, insomma. Degna di uno dei migliori thriller di James Ellroy, con la livida e brutale Los Angeles a fare da protagonista. Una storia, oggi, portata sul grande schermo da Brad Furman (suo il bel The Lincoln Lawyer con Matthew McConaughey) in City of Lies – lo trovate su CHILI -, film che indaga su quei fatti di cronaca nera, con il giornalista Forest Whitaker da una parte e, soprattutto, con Johnny Depp, nei panni di Poole, dall’altra.

E, potremmo dire, una storia nella storia in questo caso, dato che la genesi del film è stata alquanto travagliata: negli USA l’uscita in sala è stata bloccata dopo che il location manager ha accusato Depp, qui finalmente lontano dal trucco e parrucco delle sue maschere, di averlo aggredito sul set. Puntuale smentita dell’attore, nonostante il processo sia poi andato avanti.

A difendere Depp – in City of Lies a caccia della luce nei fumosi omicidi, come fece l’ispettore Poole, anche appena prima di morire, stroncato da un infarto mentre discuteva, a casa sua, di Shakur e Biggie al Los Angeles County Sheriff’s Department – ci ha pensato poi lo stesso Furman, che in una nota ha dichiarato «Johnny Depp è un grande professionista, un meraviglioso collaboratore e sostenitore degli altri artisti. Tratta sempre la troupe e le persone intorno a lui con il più grande rispetto. I film possono causare stress ed eventi irrilevanti vengono spesso ingigantiti. Amiamo tutti le storie, ma qui non c’è nessuna storia di cui parlare». Ecco, quindi, che la verità e la bugia escono dalla finzione cinematografia, per incontrarsi a metà strada. Entrambe ferme al rosso di un incrocio, guardandosi e sfidandosi. Chi vincerà? Probabilmente, non lo sapremo mai.
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Qui potete vedere il trailer di City of Lies:
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