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Tre Piani | Perché dovreste assolutamente vedere il nuovo film di Nanni Moretti

Storie, famiglie, collettivo: tratto dal romanzo di Eshkol Nevo, il film del regista è un grande affresco

Tre Piani, Nanni Moretti sul set
Tre Piani, Nanni Moretti sul set

ROMA – Paralleli e parole, simboli e simbiosi, distruzione e ristrutturazione: Tre Piani di Nanni Moretti inizia con una morte violenta e con una nascita dolce. Continuamente, nelle sue due ore piene, si susseguono e si incrociano emozioni e sensazioni, ristrette nello spazio immobile di un condominio della Roma radicata nei dogmi borghesi. Le finestre silenziose che si affacciano sulla strada, il passamano consumato, le abitudini del dirimpettaio divenuto a sua volta elemento mobile del microcosmo riscritto da Moretti. Già perché per la prima volta Nanni mette in scena una storia non originale, bensì tratta dal possente romanzo dell’israeliano Eshkol Nevo, uscito nel 2015.

Nanni Moretti, Margherita Buy, Adirano Giannini, Alba Rohrwacher in Tre Piani
Nanni Moretti, Margherita Buy, Adriano Giannini, Alba Rohrwacher in Tre Piani

Certo, la sceneggiatura in questo caso è stata largamente rivista (dallo stesso Moretti, insieme a Federica Pontremoli e Valia Santella), ma il senso della storia corale mantiene forte la sua differenziazione dei tre piani (appunto) emotivi, emozionali e naturali che poi sono gli elementi principale del libro di Nevo. Indecifrabili, a volte meschini, complicati, ammaccati: grazie ai personaggi tutti in egual modo protagonisti, il Moretti regista ci trasporta nel bel mezzo di un tifone – anche se a volte si rivela un semplice temporale estivo – che, girando e rigirando, tocca temi universali e quanto più nevralgici. Il senso delle (nostre) scelte, le responsabilità di un figlio e di un genitore, la fragilità umana messa alla prova dall’inaspettato e dall’imprevedibile.

tre piani
Elena Lietti e Riccardo Scamarcio

E così ecco a voi Lucio, Sara e la piccola Francesca (Riccardo Scamarcio, Elena Lietti, Chiara Abalsamo) che proveranno sulla loro pelle i demoni ballerini di un dubbio atroce e sconvolgente, ampliato dall’arrivo di una variabile inattesa (Denise Tantucci); al secondo piano Monica (Alba Rohrwacher) neo mamma con un marito lontano (Adriano Giannini) e uno spettro che la insegue; ecco più in alto Dora e Vittorio (Margherita Buy e Nanni Moretti) spezzati da un figlio (Alessandro Sperduti) ormai perso. Tra l’odio e l’amore, tra l’ombra e la luce, i Tre Piani di Nanni Moretti si addentrano nella psiche delle sue ambigue figure, rendendo di carne e di ossa quell’astratta teoria freudiana che ci vuole perennemente combattuti tra Io, Es e Super Io.

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(Ri)uscire…

Questo è il senso ampio del romanzo, le viscere pulsanti, questa è l’allegoria immaginifica che ne ha fatto Moretti nel suo tredicesimo film di finzione. Ancora di più, i personaggi (e sentitevi totalmente liberi di giudicarli, disprezzarli, compatirli) intrecciandosi tra essi sono gli stessi autori della storia, volutamente asciutta, forse tropo essenziale. Ma, in fondo, il film di Moretti si sforza nel farci capire quanto la collettività sia ancora oggi vitale; scuote ed alza i toni provando ad aprire quelle finestre chiuse, almeno da a fare entrare un tiepido raggio di sole che sbrini la testa e il cuore dei suoi personaggi e, di conseguenza, di un pubblico spiazzato e sorpreso nell’osservare un Nanni Moretti mai così diverso da sé stesso, eppure mai così coerente con la sua idea di cinema.

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Tre Piani: qui la nostra video intervista a Margherita Buy e Alba Rohrwacher:

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