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Todd Phillips: «Io, Joaquin Phoenix e il mio Joker in un mondo senza empatia»

Il regista è arrivato al Lido per presentare il film dedicato alle origini del villain antagonista di Batman

Todd Phillips a Venezia per la conferenza stampa di Joker

VENEZIA – Cos’hanno in comune Craig Mazin e Todd Phillips? Beh oltre ad aver lavorato insieme in Una notte da Leone 2 e 3 sono anche i nomi che, quest’anno, più di tutti ci hanno stupito oltre ogni aspettativa. Il primo con Chernobyl, l’osannata serie HBO, l’altro con Joker presentato in concorso alla Mostra del Cinema tra l’entusiasmo generale. Accompagnato da un sempre stralunato Joaquin Phoenix e da Zazie Beetz, Phillips è arrivato al Lido per parlare della sua personale versione del clown di Gotham City ben lontana, per stile e toni, dai titoli Marvel e DC. Un film – nelle nostre sale dal 4 ottobre – che segna una novità assoluta per il Festival e apre ad un nuovo modo di concepire i cinecomics puntando dritto, ci scomettiamo, agli Oscar.

uno scatto dalla conferenza stampa di Joker

LE INFLUENZE «Il film ha indubbiamente un tono molto diverso rispetto ai miei i film precedenti. È influenzato dai personaggi dei film degli Anni ’70. Amo Taxi Driver e il cinema di Martin Scorsese ma non c’è un riferimento diretto a quel film come in molti hanno ipotizzato. Abbiamo lavorato molto sull’originalità. Nei fumetti il passato di Joker era descritto come una scelta multipla e grazie a questo abbiamo cercato di creare qualcosa di totalmente nuovo».

Joaquin Phoenix e Todd Phillips sul set di Joker

LA MARVEL «Non credo alla concorrenza con la Marvel. Quando abbiamo concepito il film, l’idea era quella di avere un altro approccio rispetto ai cinecomic. E non so che tipo di influenza potrà avere Joker per gli altri registi. Si tratta di un film difficile, così come è stato difficile convincere la Warner Bros. a realizzarlo. Abbiamo continuato a insistere fino a quando lo studio ha preso il coraggio con due mani e ci ha dato l’ok».

Una scena del film

L’ATTUALITÀ «I film sono spesso lo specchio della società ma non un riflesso fisso. Il nostro film si ispira agli anni ’80 ma lo abbiamo scritto ai giorni nostri ed è normale che entrino elementi di attualità al suo interno. Ma per noi non è un film politico, anche se altri lo vedono così».

Todd Phillips

IO & JOAQUIN «Abbiamo lavorato molto insieme. Prima dell’inizio delle riprese c’è stata una preparazione di sei mesi in cui io e Joaquin abbiamo parlato di come sarebbero dovuti essere la sua voce, la risata, la capigliatura e i vestiti. Siamo andati davvero in grande profondità con i dettagli. E quando sono iniziate le riprese abbiamo continuato a confrontarci. C’è stato un momento in cui ci siamo ritrovati a dirci di volere più tempo per rifare determinate scene dopo aver scoperto aspetti inediti del personaggio».

Un momento della conferenza stampa di Joker

IL TONO «Uno dei lavori più importanti dei registi è quello definire il tono. In Joker la violenza è parte della lentezza che si svilupa gradualmente. In tanti pensano sia un film molto violento ma non è così. John Wick 3, per esempio, contiene molta più violenza, ma il nostro film viene recepito diversamente perché più reale».

Todd e Phoeniz sul set di Joker

LA COLONNA SONORA «Hildur Guðnadóttir è un compositrice fantastica. La sceneggiatura è stata scritta in parallelo alle musiche. Gliela mandavo man mano che scrivevamo e lei rispondeva con delle idee via mail. Una sera ho ricevuto della musica che ho fatto ascoltare a Joaquin. Lui ha iniziato a danzare ed è così che è nata una delle sequenze centrali del film».

JOKER «ll suo obiettivo non è vedere il mondo bruciare. All’inizio lo vediamo affannarsi per cercare la sua identità. È diventato un simbolo per caso. Il suo obiettivo era far ridere le persone, convinto di essere nato per quello. Prende delle decisioni sbagliate nel corso del suo percorso e gradualmente diventa un simbolo. Ma uno dei veri temi del film è la mancanza di empatia nella società».

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