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The Substance | Demi Moore, Margaret Qualley e un film che è già nella storia

Il body-horror, l’individuo e il tempo gli ingredienti di un’opera enigmatica: Dal 30 ottobre al cinema

Demi Moore e The Substance di Coralie Fargeat: Dal 30 ottobre al cinema con I Wonder Pictures
Demi Moore e The Substance di Coralie Fargeat. Ma perché vederlo?

MILANO – Nell’epoca dell’Ozempic, Coralie Fargeat ha conquistato Cannes con il suo The Substance e si prepara a sconvolgere il pubblico di tutto il mondo con questo ritratto grottesco e provocatorio di una società sfarzosa all’esterno, ma marcia dentro. Un film che ci mostra cosa significa farcela ad Hollywood senza trattare con sottigliezze il mondo femminile all’interno di questi contesti. E per farlo, Coralie Fargeat si avvale di due attrici brillanti e simboliche di ciò che è stato, è e sarà: Demi Moore e Margaret Qualley, che con i loro magnifici volti (e corpi) raccontano un orrore ed una satira come non si vedeva da un po’ sul grande schermo. «Hai mai sognato una versione migliore di te stesso? Tu. Solo migliorato, in ogni modo» ripete un’oscura voce dall’altro capo del telefono. Elizabeth Sparkle (Demi Moore), attrice in declino, sceglie di provare quello che le promette questa “sostanza” misteriosa: replicare una versione più giovane, atletica e tonica di sè stessa.

Un momento del film
Un momento del film

L’unica regola è rispettare l’equilibrio di una settimana ciascuno da condividere, ma la trasformazione in Sue (Margaret Qualley) comporterà degli effetti drammatici e irreversibili. Il pubblico dirà che The Substance è il film più disgustoso nella memoria del cinema recente, e lo è. Vista e considerata la sua componente body horror di chiara matrice cronenberghiana, questo non sorprende, ma c’è di più dietro l’orrore in cui il film ci butta a capofitto: l’odio, un sentimento vivo e vegeto nella Los Angeles (moderna, scintillante, kubrickiana) di Fargeat; un luogo che sembra funzionare per tutti tranne che per – ovviamente – le donne. L.A. è il simbolo di una società che ha interiorizzato la misoginia, non lontano dalla realtà ma neanche nuovo nella storia del cinema, se pensiamo a Mulholland Drive di David Lynch (o a Viale del tramonto, dal quale lo stesso Lynch trasse ispirazione).

The Substance di Coralie Fargeat: Dal 30 ottobre al cinema con I Wonder Pictures
The Substance di Coralie Fargeat: Dal 30 ottobre al cinema con I Wonder Pictures

The Substance non si ferma ai richiami, agli omaggi o ad una riflessione sugli standard di bellezza nella società patriarcale (anzi, non ha interesse nel trattare la percezione femminile o le norme malate che oggi la regolano): il film spinge sull’acceleratore verso un’unica direzione di assalto esplicito e ripetitivo al buon gusto, in un’escalation di schiettezza che, minuto dopo minuto, diventa sempre più efficace e misura la capacità di Fargeat nel conoscere l’esatto momento in cui far “esplodere” la storia. Ciò che traspare quindi come “disgustoso” in The Substance è solo una superficie sterile, una maschera che cela, dietro una sottile soglia di decenza, un universo camp e colorato. Un mondo costruito come una casa di bambole, dove le donne sono i pupazzi che lo abitano.

Demi Moore in un momento di The Substance
Demi Moore in un momento di The Substance

Più di Barbie e Povere creature!, The Substance riesce a far aprire gli occhi anche al pubblico meno sensibile, persino in quelle situazioni che al contempo distolgono lo sguardo dallo schermo (e dalla realtà). Quando ci si rende conto che le parole e i comportamenti disgustosi di Harvey (Dennis Quaid) riflettono quelli del conoscente qualunque o del compagno di calcetto, e si osserva invece la furia di Demi Moore mentre tenta quasi di strappare via la propria faccia-immagine nel disperato tentativo di correggere ogni difetto di fronte allo specchio del suo bagno, allora gli eccessi, gli impulsi e la dualità della pellicola di Coralie Fargeat avranno trovato un equilibrio perfetto. Una sinfonia disturbante che ci fa domandare quanto ancora si è disposti a spingersi oltre.

Margaret Qualley in una scena del film
Margaret Qualley in una scena del film

Tutto questo però non funzionerebbe senza l’impegno dei volti principali di questa storia: Demi Moore, da tragica vittima a strega cattiva, recita la verità di luoghi e situazioni che probabilmente ha conosciuto e vissuto; Margaret Qualley è istrionica; urla e scalpita tra questi assurdi standard che pensa le calzino a pennello. Due facce della stessa martoriata medaglia a volte (soprattutto nel climax), messe al vetriolo più della stessa cultura che le ha rese così. Nella sua tracotante fontana di gore, The Substance non ha le risposte che vorremmo, ma contiene in questo caos di sadismo e ilarità snervante, una voglia di infastidire e provocare che nel consueto dibattito critico e pop porterà ad una unanime conclusione: The Substance è un’esperienza unica; indimenticabile; irripetibile.

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