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The Martian | Ridley Scott, Matt Damon e quel futuro così vicino…

Solo e senza risorse, un astronauta combatte su Marte per sopravvivere. Il domani sarà così?

The Martian

ROMA – Quanto è vicino il futuro e come ce lo immaginiamo? Per Mark Watney (Matt Damon), astronauta e botanico della Nasa in missione su Marte è decisamente un incubo. E a raccontare la lunga serie di disavventure spaziali di cui è vittima ci ha pensato Ridley Scott in Sopravvissuto: The Martian, ispirandosi al romanzo L’uomo di Marte di Andy Weir. Creduto morto dai compagni in seguito ad una devastante tempesta di sabbia, Watney resta invece da solo sul pianeta rosso. E per sopravvivere deve coltivare qualcosa su un terreno in cui non cresce nulla. Così, quella tragedia diventa un’opportunità per testare le sue capacità. Mark conta, raziona, pensa e parla ad alta voce, riesce addirittura a creare l’acqua.

Matt Damon sperduto su Marte in The Martian
Matt Damon sperduto su Marte

La resistenza dell’uomo di fronte alle avversità, quel genere di avversità che non lascerebbero scampo, è uno dei temi più forti della grande narrativa. Qui, la storia di questo novello Robinson Crusoe acquista più forza proprio per la particolarità dell’ambientazione. Il Pianeta Rosso di The Martian (lo trovate su Disney+) non è un’isola deserta e la sua maestosità è una sfida in più. Divertente, con pochissime concessioni al patriottismo, il film di Scott fa dialogare continuamente passato e futuro. Da un lato la colonna sonora smaccatamente seventies, tra Fonzie e Happy Days, dall’altro un’incredibile quantità di elementi ipertecnologici che tuttavia necessitano dell’intelligenza umana per funzionare in maniera corretta.

Ridley Scott su una navicella di The Martian
Ridley Scott su una navicella di The Martian

Dunque, il fattore umano è sempre preponderante, ancora di più in una situazione che non garantisce sopravvivenza nemmeno ai più forti. Ecco perché coltivare delle patate in un ambiente così ostile sembra due volte più potente. Piantare dei semi, annaffiarli e vederli crescere è una cosa naturale ma che, attraverso l’esperienza dell’astronauta, diventa straordinaria. Grazie alla capacità di Witney di sfruttare la sua conoscenza e gli strumenti avveniristici a disposizione per creare risorse dal nulla. Lo scenario non sembra poi così distante da un pericolo reale che rischia di concretizzarsi, tra qualche anno, se non impareremo a salvaguardare il nostro ambiente.

Matt Damon e le piante di The Martian
Matt Damon e le piante di The Martian

Il progresso scientifico, quindi, si fonda su due principi ben precisi: oggetti costruiti appositamente per rendere possibile l’impossibile come, ad esempio, piccole e grandi creazioni che ci portano nello spazio profondo e ci permettono di comunicare tra noi a 80 milioni di chilometri di distanza. E la saggezza che ci permette di “usare” il progresso senza perdere di vista la nostra umanità.

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Qui sotto potete vedere il trailer di The Martian 

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