TORINO – «La cifra stilistica di Giuseppe G. Stasi e Giancarlo Fontana sta nel trattare l’ambientazione come se fosse una storia dell’Ottocento o un western, togliendo tutto ciò che può essere un approfondimento documentario e di denuncia. Tirare fuori delle relazioni tra gli uomini a prescindere, tra il senso della vendetta, la competizione, la voglia di potere. Come se fosse una storia di samurai. Si prendono delle libertà per poter spaziare e andare verso altro. È un crime ma è anche ricco di umorismo». Luigi Lo Cascio racconta a Hot Corn la particolarità con la quale Stasi e Fontana hanno approcciato il lavoro visivo e narrativo di The Bad Guy, la serie presentata in anteprima al Torino Film Festival 40 su Prime Video dall’8 dicembre. La serie racconta la storia di Nino Scotellaro (Lo Cascio), pubblico ministero siciliano che ha dedicato tutta la sua vita alla lotta contro la mafia e che improvvisamente viene accusato di essere uno di coloro che ha sempre combattuto: un mafioso. Dopo la condanna, senza più nulla da perdere, Nino decide di mettere a segno un machiavellico piano di vendetta, diventando il “bad guy” in cui è stato ingiustamente trasformato. Al suo fianco Claudia Pandolfi nei panni di sua moglie, l’avvocatessa Luvi. «Per Nino è il sistema che lo forza. Credo sia un’eroe atipico proprio per questo. Quello che gli succede avviene in modo causale. Così com’è involontaria la comicità dei nostri personaggi. C’è il mito e la sua smitizzazione».
- Volete scoprire Hot Corn TV? Lo trovate qui
La video intervista per The Bad Guy è a cura di Manuela Santacatterina:
Lascia un Commento