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Storm Boy | L’Australia, un pellicano per amico e un racconto incredibile

L’emozionante film con Geoffrey Rush è tratto dal romanzo di Colin Thiele, uscito nel 1963

Storm Boy
Storm Boy

ROMA – Un’amicizia incredibile e la meraviglia della natura: dopo l’adattamento del 1976, diretto da Henri Safran, è tornato sul grande schermo Storm Boy (dal 24 giugno), tratto dal celebre romanzo dell’australiano Colin Thiele. Più che un film, quella con protagonista Storm Boy/Michael Kingley, è una fiaba dai temi universali che parla di amicizia, amore, famiglia, perdita e speranza. Protagonisti, un bambino e un pellicano che, nel lontano Coorong National Park dell’Australia Meridionale, instaurano un profondo rapporto. Michael (interpretato da Geoffrey Rush), diventato un uomo d’affari è in pensione e, grazie alla nipote che gli chiede aiuto su alcune problematiche legate alla tutela del pianeta e dell’ambiente, inizia a rievocare la sua infanzia trascorsa con suo padre lungo una costa incontaminata, e di quando, da ragazzo, aveva salvato e allevato uno straordinario pellicano, chiamato Mr Percival.

Finn Little è Mike 'Storm Boy' Kingley da bambino
Finn Little è Mike ‘Storm Boy’ Kingley da bambino

Ma com’è nato Storm Boy? E soprattutto, è tratto da una storia vera? In parte sì: Colin Thiele si è appunto basato su esperienze personali per un libro che, tutt’ora, continua a commuovere gli australiani, con dolcezza e incanto. Una vicenda incredibile che ha colpito il produttore Matthew Street a considerare un nuovo adattamento cinematografico, che ha subito coinvolto il suo socio Michael Boughen. Entrambi, infatti, avevano visto il film del ’76, ricordando vividamente il legame emotivo provato. “All’epoca avevo probabilmente l’età di Storm Boy, forse un po’ più giovane”, dice Street, “e il film trattava questioni di vita che mi erano familiari da bambino, ma anche da adulto”.

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Geoffrey Rush e Morgana Davis

Fin dall’inizio, i produttori hanno voluto assicurarsi che il nuovo film si concentrasse sullo spirito di ciò che spinge la gente a leggere il libro di Thiele a più di 50 anni dalla sua prima pubblicazione. E, per l’appunto, questo Storm Boy non sarebbe stato un normale remake del film del 1976. Boughen e Street avevano deciso di restare fedeli all’ambientazione originale di Thiele, la fine degli anni Cinquanta. Inoltre, il racconto di Storm Boy (diventato negli anni anche un videogioco e uno spettacolo teatrale) sarebbe stato ambientato in una cornice contemporanea, un elemento in più che avrebbe dato alla storia e ai suoi insegnamenti una nuova risonanza e una nuova rilevanza. Questa nuova storyline, firmata da Justin Monjo, avrebbe immaginato Storm Boy ormai nonno e avrebbe approfondito l’esplorazione delle problematiche legate alla terra e alla conservazione dell’ambiente.

Una scena di Storm Boy
Una scena di Storm Boy

Invece, il regista Shawn Seet è stato scelto per via della sua capacità di lavorare con gli attori, dopo una lunga esperienza nella serialità e nei film tv. I produttori sono stati particolarmente colpiti dal legame profondo e di lunga data di Seet con la storia. “Quando Michael Boughen mi ha chiesto di presentarmi in ufficio e mi ha detto qual era il progetto, mi ha colpito come un fulmine”, racconta Seet. “Sono nato in Australia ma sono cresciuto in Malesia e sono tornato quando avevo 12 anni per vivere con la famiglia di mia madre. Mio zio mi ha cresciuto portandomi a vedere film australiani e uno dei primi è stato Storm Boy. Era l’era della rinascita del cinema in Australia e c’era grande ottimismo e orgoglio verso le produzioni cinematografiche locali. Ho ancora la locandina del film a casa, così quando Michael mi ha detto che voleva fare questo film, ho capito che era destino”.

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Qui il trailer di Storm Boy:

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