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Sotto le stelle di Parigi e la storia vera dietro al film di Claus Drexel

Una senzatetto e un bambino, alleati nella crudele Parigi di oggi, una storia nata da uno spunto vero

Sotto le Stelle di Parigi
Sotto le Stelle di Parigi

ROMA –  Di certo, nel mondo dei documentari, e non solo, c’era grande attesa per Sous les étoiles de Paris, ultimo lavoro di Claus Drexel, regista e ingegnere del suono franco-tedesco che con i suoi lavori di forte impatto si è sempre occupato delle disuguaglianze sociali. Un esempio? Il documentario The Amazons, una cruda rappresentazione del mondo della prostituzione. E, con Sotto le Stelle di Parigi  continua un lungo lavoro iniziato nel 2014 con Au bord du monde, una visione allo stesso tempo concreta e sublimata sulla vita dei senzatetto di Parigi.

Sous les étoiles de Paris
Catherine Frot e il piccolo Mahamadou Yaffa

In un periodo in cui le tensioni sociali nella capitale francese sono spesso portate sul grande schermo (ultimo in ordine di arrivo è Les misérables di Ladj Ly sulla vita nelle banlieue), Drexel ha mostrato cosa succede quando cala la notte sulla Ville Lumière e gli esuli e gli emarginati popolano le vie immerse nell’oscurità, invisibili tanto quanto alla luce del giorno. Perché c’è una Parigi, di notte, dove prendono vita le storie di tanti senzatetto, i dimenticati ai margini della società, di cui di solito ci si ricorda solo per spendere due parole di compassione.

Sotto le Stelle di Parigi
Catherine Frot è Christine in Sotto le Stelle di Parigi

Tra le storie raccontate troviamo anche quella di Christine, abbandonata alla solitudine della vita per strada dopo che parenti e amici le hanno voltato le spalle e costretta a vivere sotto un ponte. Sei anni dopo Christine torna come protagonista, questa volta in un dramma di finzione e interpretata da Catherine Frot. L’ambiente è lo stesso, così come la sua condizione. Una sera, però, Suli bussa – metaforicamente – alla sua porta. Suli è un bambino di otto anni di origine eritrea, non sa una parola di francese ed è in cerca di sua madre. Al tema dei clochard si aggiungono quelli dell’immigrazione e dell’integrazione.

Sous les étoiles de Paris
Mahamadou Yaffa è Suli

Drexel, che inizialmente voleva mostrare a tutti da vicino la vita dei senzatetto, «coltivare la loro bellezza, la loro sensibilità e la loro poesia», inserisce anche una buona dose di empatia, costringendo lo spettatore a mettersi nei panni di chi, in una terra sconosciuta, si ritrova all’improvviso solo e senza punti di riferimento. Una realtà che, soprattutto oggigiorno, ci tocca da vicino e che abbiamo sotto gli occhi quotidianamente. Suli e Christine si mettono quindi in cammino tra le strade di Parigi, sotto una volta coperta di stelle, alla ricerca della madre. E nella loro piccola odissea, Christine riscopre un’affettività che credeva perduta.

Per le strade di Parigi

La scoperta di un senso di vicinanza e fratellanza tra mondi, culture e generazioni diverse che fa sentire la sua forza proprio nel mezzo della disperazione e dello smarrimento. Una critica, nemmeno troppo velata, al ben pensare dell’alta borghesia, quella lieve ipocrisia che potrebbe commuoversi di fronte alla loro storia ma che impiegherebbe un attimo a girarsi dall’altra parte. Suli e Christine diventano così emblemi di quella parte di umanità, forse nascosta ma sempre viva, che non conosce barriere e anche nell’oscurità più profonda riesce a trovare una luce.

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Qui potete vedere il trailer originale di Sotto le Stelle di Parigi:

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