VENEZIA – Clint Eastwood e Martin Scorsese, Eli Wallach, Quentin Tarantino e Robert De Niro, Steven Spielberg, Damien Chazelle, Jacques Audiard e molti altri. Dopo il bellissimo lavoro fatto su William Friedkin (Friedkin Uncut, lo trovate su CHILI qui) questa volta Francesco Zippel rende omaggio ad un mito enorme come Sergio Leone nel suo nuovo lavoro: L’italiano che inventò l’America, documentario qui alla Mostra di Venezia e in sala il 20 ottobre e in cui – attraverso le testimonianze inedite di chi lo ha conosciuto e di chi è stato ispirato dal suo cinema – cerca di raccontare Leone in modo diverso e unico. Impresa non facile.
«Sergio Leone è legato ad uno dei miei primi e più preziosi ricordi da spettatore», ha spiegato Zippel la genesi dell’intero progetto. «Facevo le scuole elementari e una sera mio padre mise la VHS de Il Buono, Il Brutto e Il Cattivo. Fu una folgorazione totale. Fu in quel giorno che il cinema passò dall’essere uno svago di bambino ad una vera e propria passione. Quando Raffaella Leone mi ha proposto di raccontare suo padre in un documentario, ho avuto l’impressione che tutto stesse tornando al suo posto. E così sono lanciato con passione e rispetto in questa avventura…».
Insomma, Sergio Leone rivisto e ripensato con le testimonianze dei figli, ma anche di esperti come Sir Christopher Frayling e Noel Simsolo (autore di un libro fondamentale che vi avevamo raccontato qui), di fan come Tarantino e di gente che era al suo fianco sul set, come De Niro, Jennifer Connelly e Arnon Milchan, produttore di C’era una volta in America. Ma non solo: anche Steven Spielberg, come racconta Zippel nell’intervista che potete vedere qui sotto.
- INTERVISTE | La nostra intervista a Francesco Zippel.
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