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Querido Fidel, la coerenza e la rivoluzione (im)possibile di Gianfelice Imparato

Tra Napoli e Cuba, Maradona e Good Bye, Lenin. Storia di un piccolo film destinato a diventare grande…

Gianfelice Imparato nel ruolo di Emidio in Querido Fidel.

MILANO – Sì, è vero, purtroppo: a volte dobbiamo ricordarcelo, e ricordare a chi legge, l’infinita qualità della recitazione in Italia. Ne parlavamo alla scorsa Mostra di Venezia con attori come Paolo Pierobon, Fabrizio Ferracane e Andrea Pennacchi, e nei giorni del Bif&st di Bari abbiamo visto invece un altro grande attore, Gianfelice Imparato, brillare in una meravigliosa commedia cucita letteralmente su di lui: Querido Fidel. Ma cos’è esattamente Querido Fidel – in sala da oggi – e perché dovreste saperne (molto) di più? Diretto da Viviana Calò, regista napoletana classe 1982, è un delizioso film ambientato nella Napoli del 1991 e costruito su un personaggio enorme, Emidio Tagliavini (ovvero Imparato), convinto castrista che vive l’eterno conflitto tra la propria ideologia e la realtà con cui è costretto a confrontarsi tutti i giorni.

Revolución o muerte? Ancora Imparato in Querido Fidel.

Scritta così, potrebbe sembrare una sorta di Good Bye, Lenin! alla napoletana, invece Querido Fidel è molte cose, una sorta di matrioska cinematografica in cui ogni strato rivela personaggi e punti di vista, verità e bugie. In mezzo a tutto questo giganteggia proprio lui, Imparato, attore che abbiamo amato in tanti film (da Sorrentino a Garrone, tra Moretti, Monicelli e Bellocchio), ma che qui viene lasciato libero, proprio come un fuoriclasse in mezzo al campo, senza schemi, solo con il pallone a fare quello che vuole. E il risultato è una commedia godibile, preziosa, intelligente, con comprimari scelti alla perfezione (vedi il Tommaso di Ninni Bruschetta, tra il Che e Maradona).

La regista, Viviana Calò, in azione sul set.

Un film politico? No, o forse sì, ma nel senso più alto della politica, quella che dovrebbe capire e prendersi cura del mondo. Il dilemma qui è un altro: è più giusto arrendersi per convenienza oppure continuare a difendere il proprio sogno? Il personaggio di Emidio a volte sembra il capitano Toshiro Mifune in Duello nel Pacifico di John Boorman, un uomo perso in convinzioni che sembrano non esistere più, invece si rivelerà più illuminato di quanto sembra, sospeso tra il figlio imperialista, Ernesto (ovviamente) e la nipotina Celia. Non diciamo altro, tanto basti a suscitare la curiosità verso Querido Fidel.

Imparato alla scrivania in un altro momento di Querido Fidel.

Una storia ispirata e scritta – a detta della stessa Calò – nei giorni del passaggio di testimone da Fidel, solo e malato, al fratello Raúl, in un momento storico che, inevitabilmente, lasciò senza parole migliaia di persone cresciute nel mito di Cuba. Insomma, un film da vedere e amare questo Querido Fidel, una piccola gemma italiana che, in mezzo alle risate, impone però più di una riflessione, tra coerenza, appartenenza e qualunquismo tutto contemporaneo. «Per non lottare ci saranno sempre moltissimi pretesti, in ogni epoca e in ogni circostanza», diceva Fidel, e forse qualche ragione ce l’aveva pure. Viva la revolución!

  • IL TRAILER | Qui sotto il trailer di Querido Fidel.
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VIDEO | Tra politica e commedia: Gianfelice Imparato racconta Querido Fidel

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