MILANO – Da diverse settimane, ai primi posti della classifica dei libri più venduti, si trova l’ultimo lavoro di Zerocalcare, Quando Muori Resta a Me (Edizioni Bao – 304 pag.). E quindi? Beh, per quanto il successo di vendite di Zerocalcare ormai dopo l’effetto Netflix non faccia nemmeno più notizia, rimane la domanda di come un autore di nicchia, dalle idee radicali ma dai toni pacati, di un genere altrettanto di nicchia come il fumetto, possa aver raggiunto in modo stabile un pubblico mainstream, soprattutto in Italia. La risposta? Sta praticamente compresa tutta in questo ultima opera. Zerocalcare inizia da una storia tutta privata sul rapporto con il padre, le cose dette, i lunghi silenzi e l’architettura della distanza, sul tempo che passa e sulla difficoltà ad affrontare le scelte, sulle ferite ed i sensi di colpa che una separazione infligge ad un bambino ma anche ad un genitore.
Potrebbe accontentarsi di passare in rassegna questi argomenti, limitarsi alla superficie, invece da qui Zerocalcare parte e scava, affonda le mani senza pietà nella carne viva dei suoi sentimenti e delle relazioni, mettendosi a nudo fino ad arrivare a quelle contraddizioni e a quei conflitti interiori che nessuno ha (mai) voglia di affrontare, figuriamoci di mettere in bella mostra a pubblico e lettori vari (e casuali). Ma questo fa l’artista: si spoglia di ogni pudore esponendo con coraggio le parti più intime di sè ed è proprio in questo che il suo pubblico si vede riflesso. Quando Muori Resta a Me è un racconto profondamente privato e allo stesso tempo universale, che si intreccia con le questioni pubbliche e con la politica degli anni ’70, mantenendo un approccio molto personale (e molto fuori moda) secondo cui non esista l’uno senza l’altro.
Tanta è la potenza come autore che quasi passano in secondo piano la superba creatività e la sua tecnica realizzativa come disegnatore (una menzione speciale ai toni di grigio di Antonio Madrigal), la sua capacità di sceneggiare la storia attraverso inquadrature entusiasmanti e quel senso della comicità e dell’understatement che fa da contrappunto lungo tutta la storia, quando serve smorzare per riportare il lettore alla leggerezza fino alla risata. Zerocalcare in fondo è il John Fante della graphic novel che – se non avesse saputo usare le matite – sarebbe stato comunque uno scrittore importante con quel coraggio che hanno solo i grandi di affrontare i sentimenti per quello che sono… nonostante il risultato non sia quasi mai edificante. È tutto qui – e fosse poco – il segreto del successo e della bellezza di Quando Muori Resta a Me.
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