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Quando le mani si sfiorano | Amandla Stenberg e l’orrore delle persecuzioni naziste

Amma Asante ricostruisce un altro pezzo di storia, riscoprendo le vittime dimenticate del nazismo

quando le mani si sfiorano
Amandla Stenberg e George MacKay nel poster di Quando le mani si sfiorano

MILANO – No, una storia d’amore sullo sfondo della Germania nazista non è semplice da realizzare, eppure la regista inglese Amma Asante ci è riuscita con il suo quarto film, Quando le mani si sfiorano, realizzato nel 2018 con Amandla Stenberg (la ricordate in Hunger Games?) e George MacKay e ora in streaming dopo il successo di A United Kingdom – L’amore che ha cambiato la storia. Non è una storia vera quella dei due protagonisti, Leyna e Lutz, ma – oltre all’ovvia ambientazione – si ricollega ad un’altra categoria che, insieme agli ebrei, venne perseguitata dalla follia di Hitler: le persone di colore, fossero africane o birazziali. La storia d’amore tra i due, a dire il vero, occupa solo una parte del film, il cui obiettivo rimane raccontare gli orrori dei campi di concentramento.

quando le mani si sfiorano
Amandla Stenberg e George MacKay sono Leyna e Lutz

Ma andiamo con ordine: Leyna è un’adolescente figlia di madre tedesca e padre franco-senegalese mentre il fratello Coen è nato dal primo matrimonio della madre con un uomo tedesco: è lei l’unico membro della famiglia di etnia mista. Leyna incontra Lutz, un adolescente come lei, rigorosamente ariano e figlio di un ufficiale delle SS che appartiene alla Hitlerjugend, il gruppo gioventù hitleriana. I due, nonostante l’etnia diversa, hanno modo di conoscersi, con il tempo si innamorano e si crea tra loro un legame profondo, andando contro l’ostruzionismo nazista che tentava di sterilizzare tutte le donne come Leyna perché le due “razze”, quella ariana e quella africana, non si mischiassero.

Quando le mani si sfiorano: Leyna insieme alle ragazze tedesche

Ma all’improvviso Lutz viene chiamato al fronte, proprio quando Leyna scopre di essere incinta. Dopo qualche mese viene catturata e mandata in un campo di concentramento dove ritrova proprio Lutz, che dietro il volere del padre è diventato un membro delle SS e presta servizio nel campo. Lutz scopre di essere il padre del bambino e, comprensibilmente, tenta l’impossibile per salvare Leyna e suo figlio. Nel frattempo però Lenya, che era cresciuta orgogliosa della patria tedesca, scopre gli orrori e la crudeltà che i nazisti perpetravano all’interno dei campi. La sua figura è ispirata a quella di una ragazza che la regista ha scoperto facendo ricerche sulla black history in Europa.

Leyna e Lutz in una scena di Quando le mani si sfiorano

«Continuavo a incontrare a questo termine, “bastardi della Renania”, che non mi piaceva. Continuava a uscire la foto di una bambina birazziale di forse 13 anni, in piedi tra le altre studentesse che Hitler avrebbe chiamato ariane, e continuava ad essere indicata con questa frase», ha raccontato in un’intervista. E ha poi aggiunto: «Ho imparato che questi bambini camminavano sul filo del rasoio: non erano una chiara minaccia per Hitler nello stesso modo degli ebrei. La struttura di questa storia è venuta dalla comprensione delle regole che aveva creato per loro».

Quando le mani si sfiorano: Leyna nel campo di concentramento

Quando le mani si sfiorano non è solo una storia di sopravvivenza a quegli anni di terrore, ma anche di ricerca della propria identità nella Germania nazista quando delle persone da un lato erano protette per la loro nazionalità tedesca e dall’altro venivano ostracizzate a causa del colore della loro pelle. La regista ha fatto ampie ricerche e ha persino intervistato ex ispettori birazziali di quel tempo. Il film racconta una storia che raramente si è vista sullo schermo, e ricorda quelle vittime che troppo spesso sembrano essere state dimenticate.

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Qui potete vedere il trailer di Quando le mani si sfiorano:

 

 

 

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