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Prigione 77 | Miguel Herràn, gli anni Settanta a Barcellona e una storia vera di libertà

Barcellona, il 1978 e gli eventi che portarono alla creazione del COPEL durante la Transizione spagnola…

Prigione 77
Miguel Herràn con Alberto Rodríguez in Prigione 77.

ROMA – Manuel è un contabile condannato a vent’anni di reclusione al Càrcel Modelo di Barcellona, per appropriazione indebita. Con l’aiuto del compagno di cella Pino, diventerà membro di punta di un movimento che unirà tutte le prigioni nella lotta per la libertà, cambiando per sempre il diritto penitenziario e la società. All’interno del Càrcel Modelo si trovano, insieme ai veri criminali, prigionieri incarcerati per le loro preferenze sessuali, perché poveri, disoccupati, o promotori di idee politiche differenti, privati di diritti e umanità. All’esterno, nelle strade e piazze, si celebra la recente riuscita della Transizione, ignari di un sistema legale profondamente fallato. Da qui prende le mosse Prigione 77, il nuovo film di Alberto Rodríguez, ispirato a fatti realmente accaduti e ora in sala con la coppia Miguel Herràn e Javier Gutiérrez come protagonista.

Prigione 77 di Alberto Rodríguez, al cinema dall'8 giugno grazie a Movies Inspired
Prigione 77 di Alberto Rodríguez e i due formidabili protagonisti: Miguel Herràn e Javier Gutiérrez.

Prodotto da Movistar Plus+ e Atìpica Films e al cinema grazie a Movies Inspired, Prigione 77 racconta la storia dell’evasione di quarantacinque carcerati dal Càrcel Modelo nel 1978 dopo una ribellione guidata dal COPEL (Coordinatora de Presos En Lucha) nel pieno della cosiddetta Transizione spagnola, ovvero quella delicata fase politica che vide il popolo spagnolo abbandonare il regime dittatoriale del Generalísimo Francisco Franco, passando ad una Repubblica Costituzionale che consacrava uno Stato sociale, democratico e di diritto. Al centro dello script firmato dalla coppia Rodríguez/Rafael Cobos – sceneggiatore di fiducia dell’autore spagnolo dal 2005 di 7 vìrgenes – il raccontare di uomini: «Uomini umiliati e reificati, senza un futuro e senza speranza, molti di loro analfabeti e senza mestiere che trovano un obiettivo comune che li unisce, la libertà…».

Il film è ispirato alla storia vera della fuga di 45 detenuti nel pieno della cosiddetta Transizione spagnola
Il film è ispirato alla storia vera della fuga di 45 detenuti nel pieno della Transizione spagnola

Prigione 77 nasce da un’illuminazione, almeno secondo Rodríguez: «Nel 2006 io e Rafael abbiamo scoperto la storia del COPEL. Da allora abbiamo fatto ricerche sui fatti e i personaggi, per essere pronti ad affrontare questa storia colossale. Fatti che aiutano a descrivere il profondo cambiamento che avvenne nella nostra società in un periodo di tempo molto breve. Un tempo in cui tutto sembrava possibile. Una lotta per l’uguaglianza, la giustizia e la libertà». Un film sobrio e dagli approcci narrativi semplici, dinamico, privo di orpelli artificiosi ma dotato di forza e egual bellezza nelle sue immagini realistiche e senza filtri. Immagini che, sulla dichiarata scia dei grandi classici del prison-movie, raccontano di uomini intrappolati disposti a tutto pur di riconquistare la propria dignità e con essa la libertà.

Miguel Herràn e Javier Gutiérrez sono Manuel e Pino in una scena di Prigione 77
Miguel Herràn e Javier Gutiérrez

Lo stesso Rodríguez ha citato lo spirito di coesione tra i detenuti di capolavori come Il buco e Le ali della libertà tra le principali ispirazioni tematiche di Prigione 77, ma non solo. Nei momenti in cui il giovane Manuel affronta l’incubo della prigionia nella solitudine più cupa – resi da Rodríguez in momenti filmici dalla brutalità spiazzante attenuata solo da salvifici chiaroscuri al neon – ecco crescere l’anima storico-politica di Prigione 77 che da semplice cornice narrativa assurge a valore aggiunto del racconto sulla scia dei controversi-ma-bellissimi Hunger e Fuga di mezzanotte. Una violenza giustificata quella dei secondini franchisti, codificata come codardo atto di rivalsa nei confronti di prigionieri il cui unico vero crimine è quello di credere nei valori della democrazia e della libertà.

Lontano dalle non pienamente convincenti produzioni Netflix di Élite e La Casa di Carta, Herràn spicca il volo rivelandosi talento interessantissimo grazie a Prigione 77
Lontano dalle produzioni Netflix di Élite e La Casa di Carta, Herràn spicca il volo

Ma – soprattutto – Prigione 77 è la prova del nove di un Miguel Herràn che, finalmente lontano dalle non pienamente convincenti produzioni Netflix di Élite e La Casa di Carta, spicca il volo rivelandosi talento straordinario nell’offrire una performance intensa, intima ed esplosiva. La differenza, oltre che un concept certamente efficace e suggestivo, evocativo di pagine memorabili di grande cinema, la fa l’essere guidati da un bravo regista come può esserlo lo spagnolo Rodríguez. Una delle tante ragioni del perché vedere Prigione 77, tra le più piacevoli e incisive sorprese della stagione…

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Qui sotto potete vedere il trailer del film: 

 

 

 

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