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Musica, amore e morte: la maledizione di Phil Spector in un nuovo documentario

Un omicidio. Una donna. Un mistero. Un documentario su Crime+Investigation racconta tutto

Phil Spector
Phil Spector in un'immagine degli anni Sessanta.

MILANO – Non ci sono dubbi, il true crime è ormai diventato un vero e proprio genere televisivo, sempre più apprezzato e fagocitato con (oscuro) interesse da milioni di spettatori in tutto il mondo. I documentari sembrano non conoscere mai declino nei gusti del pubblico, anzi, sono diventati un evergreen dell’intrattenimento sul piccolo schermo e, naturalmente, anche delle piattaforme. L’ultimo in ordine di tempo è Spector: da genio ad assassino, il nuovo documentario di Crime+Investigation, che sarà trasmesso in quattro puntate a partire dal 23 marzo alle 22.55 sul canale 119 di Sky. Il protagonista della storia? Il geniale, iconico – e anche tristemente noto – Phil Spector, leggendario produttore a fianco di Beatles, Leonard Cohen, Ramones e celebre per il suo Wall of Sound negli anni Sessanta (ricordate Be My Baby delle Ronettes? Ecco, opera sua).

Spector, Lana e un mistero da risolvere.

L’infanzia di Spector è segnata dal rapporto burrascoso del giovane con madre e sorella, ma soprattutto dal suicidio del padre, evento che ispirerà a Phil il testo della ballata To know him is to love him, punto di partenza del suo successo nel panorama musicale dal 1958 in poi (e reinterpretata anche da Amy Winehouse). Nessuno, però, avrebbe mai immaginato che dietro una certa singolarità caratteriale (tipica di tanti personaggi geniali) si celasse anche un potenziale assassino. I fatti di cronaca nera che hanno visto protagonista Spector – e che sono al centro del documentario – risalgono al 3 febbraio 2003 quando al dipartimento di polizia di Alhambra arriva una telefonata di emergenza in cui l’autista di Spector comunica che in casa del produttore è morta una donna. Si chiama Lana Clarkson ed è stata uccida da un colpo di arma da fuoco.

Lana Clarkson, la donna uccisa da Phil Spector.

Sì, ma chi è Lana Clarkson? Un’attrice di quarant’anni, già nel cast di Scarface di Brian De Palma, ma ormai interprete soprattutto di B-movie, conosciuta dal suo carnefice proprio quella notte in un locale, l’House of Blues. Attraverso una serie di interviste con chi ha conosciuto professionalmente Spector e chi ha avuto con il produttore veri e propri legami affettivi, con i toni di una fotografia dal look cinematografico e un repertorio di immagini e autentiche apparizioni di Spector sui media radiotelevisivi dell’epoca, Spector: da genio ad assassino comincia ad andare a ritroso e si interroga su quali siano le reali circostanze che hanno portato a quel tragico epilogo. Cos’è realmente accaduto nella sontuosa abitazione di Alambra? E perché Spector continua a sostenere che la donna si sia suicidata? E perché Lana è su una sedia?

Phil Spector
Phil Spector. La musica. Il mito. Il giallo.

Il processo, mediatico e giuridico, è stato lungo e tortuoso e ha portato nel 2009 alla condanna definitiva a 19 anni di carcere per Spector, morto il 16 gennaio del 2021. Tutto, nell’incipit del documentario diviso in quattro parti, è ben delineato e narrato con il supporto di brani e immagini, insieme al suo profilo umano (e omicida) e al contributo, innegabile, che Spector ha dato al mondo della musica. Imperdibile se vi intrigano le storie true crime e la musica, ovviamente, e se poi volete approfondire allora cercate (non è facile) anche il film Phil Spector, con Al Pacino nel ruolo del produttore (!) e Helen Mirren in quello dell’avvocatessa Linda Kenney Baden che lo difese in tribunale…

  • OPINIONI | American Murder e la morale di una serie.
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