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L’America, Hemingway e il passato | Perché dovreste assolutamente rivedere Ella & John

E se quella resistenza fosse (anche) la nostra? Perché dopo la pandemia il film di Virzí ha un altro senso

Due fuoriclasse: Donald Sutherland e Helen Mirren in Ella & John.

ROMA – «Cerca di ricordare, cerca di ricordare…»Una supplica, irrealizzabile, quella che Ella (Helen Mirren) fa a John (Donald Sutherland). Lei, una combattente chiacchierona armata di parrucca e rossetto. Lui, ex docente ossessionato dal mito di Hemingway e imprigionato in un tempo immobile. Insieme hanno attraversato la vita, hanno cresciuto due figli ed ora che le rispettive malattie vorrebbero separarli, ci pensa un camper degli anni Settanta, ribattezzato The Leisure Seeker, ad aiutarli a lasciarsi dietro un futuro imposto. Ella & John – che ora trovate su CHILI – è il primo film (interamente) americano di Paolo Virzí, girato solo in lingua inglese in cui il regista racconta una storia d’amore travestendola da road movie e basandosi su In viaggio contromano di Michael Zadoorian del 2009 (in Italia edito Marcos Y Marcos).

 Ella & John
Helen Mirren e Paolo Virzì sul set in Florida

Qualcuno ai tempi lo definì un film imperfetto. E invece no, perché Ella & John ha il pregio dei grandi film, sa raccontare la malattia senza mai nominarla come pochi altri hanno fatto, ma pone anche riflessioni potenti su quello che è accaduto (a tutti) dopo la pandemia. Come? Grazie ad uno dei tratti caratteristici del cinema di Virzì: la viscerale unione di tragico e comico. Non c’è sottolineatura o facile pietismo per i tentativi dei rispettivi nemici di togliere alla coppia la dignità di uomo e di donna, ma al contrario il regista li trasforma in parentesi di tenerezza – o resistenza buffa, non lo è anche la nostra? – aiutato da due fuoriclasse come Sutherland & Mirren (da soli valgono il prezzo del biglietto). Lungo la Route 1, che da Boston li condurrà fino in Florida in visita alla casa di Hemingway a Key West, Ella e John ripercorrono la strada fatta insieme nel tentativo di ingannare il presente traditore grazie alle loro vecchie diapositive.

Paolo Virzì sul set tra Donald Sutherland e Helen Mirren

Sceneggiato dal regista insieme a Stephen Amidon, Francesca Archibugi e Francesco Piccolo, Ella & John mescola strade e vecchie canzoni (c’è un uso magnifico di Laughing di David Crosby, ma non solo, anche la colonna sonora di Carlo Virzì funziona bene) attraversa un’America in piena campagna elettorale, lasciata ai margini con una televisione distrattamente accesa in un diner, una spilletta pro Donald Trump gettata a terra (che oggi assume altro senso) e una colonia sudista ricostruita per i turisti. Al centro rimangono loro, Ella e John, «sconfitti ma non annientati», e quell’amore raccontato con gigantesca lievità attraverso reciproci gesti quotidiani, una relazione che non può che guardare indietro e che tanto senso (ulteriore senso) continua ad acquistare in questi mesi post-lockdown e pandemia.

 Ella & John
Ella, John e il passato su diapositiva

Dove stiamo andando? Verso cosa? E per quale motivo? E i nostri ricordi che fine fanno? Siamo stati scossi dal nostro futuro che stavamo rincorrendo con presunzione e ora ecco che siamo a fianco di Ella e John, in quel viaggio a bordo di un camper segnato dal tempo – come i suoi passeggeri, come noi tutti – alla ricerca della libertà di chi non ha più nulla da perdere, esattamente come canta Janis Joplin in Me and Bobby McGee, nella prima sequenza del film, un manifesto di intenti per chi ha capito che non c’è più nulla da perdere: «Freedom’s just another word for nothin’ left to lose…». Un’opera destinata a rimanere e che – paradossalmente, per l’infinito potere del cinema e del racconto – ci racconta ora molte più cose di quanto non fece nel 2018.

  • Volete vedere Ella & John – The Leisure Seeker? Lo trovate su CHILI

Qui il trailer del film:

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