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Oscar 2020 | Da The Irishman a Star Wars: se gli effetti speciali fanno la differenza

Una stagione ricca di film innovativi dal punto di vista tecnologico. E l’Academy ne ha tenuto conto…

Al Pacino e gli effetti speciali di The Irishman
Al Pacino e gli effetti speciali di The Irishman

MILANO – Con The Irishman di Martin Scorsese in gara contro C’era una volta a…Hollywood e 1917 per aggiudicarsi l’Oscar come miglior film, tutti gli occhi sono puntati sulla squadra di effetti speciali che ha riportato Robert De Niro, Al Pacino e Joe Pesci sullo schermo assieme con 40 anni di meno. Come ormai sappiamo infatti, The Irishman si svolge nel corso di decenni. In scena il 76enne Robert De Niro e i suoi co-protagonisti interpretano i loro personaggi dall’età di 30 anni fino a quella pensione. Un’impresa che ha reso il film uno dei più acclamati del 2019.

Effetti speciali
Will Smith si sdoppia e si scontra con un giovane se stesso in Gemini Man

Tutto è possibile grazie alle nuove tecniche di “de-aging” digitale che nell’ultimo anno hanno tolto rughe dalla faccia di Samuel L. Jackson e riportato l’orologio agli anni ’90 per Will Smith. Perciò quando sono state annunciate le nomination degli Oscar, non ha sorpreso vedere Captain Marvel e Gemini Man accostati The Irishman nella categoria dei miglior effetti visivi. Ognuno di questi film si è servito del ringiovanimento attraverso tecnologie diverse, portando alcuni a definire quest’ultimo come l’anno monumentale per il “de-aging” nel cinema.

Effetti speciali
Una foto dal set di The Irishman

Per molti, The Irishman si distingue dagli altri per gli effetti speciali, grazie alla completa assenza di “tracking markers”: punti dipinti sui volti degli attori che consentono ai computer di replicare matematicamente i movimenti del viso e manipolarli come il regista ritiene più opportuno. Le trasformazioni giovanili delle star scorsesiane sono opera di Pablo Helman, supervisore degli effetti visivi di Industrial Light and Magic, già candidato all’Oscar per il suo lavoro in Star Wars: Episodio II – L’attacco dei cloni e La guerra dei mondi. Helman ha dichiarato che la decisione di rinunciare ai tracking markers è arrivata direttamente da Scorsese e De Niro.

Come catturare quindi la performance sul set? Con il cosiddetto “mostro a tre teste”, un impianto fotografico unico che ha al centro una telecamera principale che utilizza il regista e due telecamere su entrambi i lati che riprendono filmati a infrarossi. Ciò ha permesso a Helman di eliminare le ombre create dall’illuminazione sul set, poiché le ombre avrebbero potuto potenzialmente interferire con le forme geometriche del viso costruite con il software anti-invecchiamento. «Così non si interrompe il filo conduttore del regista» ha spiegato l’esperto di effetti speciali. «Non si cambia la luce sul set, ma il computer può comunque vedere in uno spettro diverso».

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Robert De Niro e Pablo Helman durante le riprese di The Irishman

Mentre il team di Industrial Light and Magic stava lavorando a The Irishman, un altro gruppo di maghi degli effetti speciali stava sperimentando il de-aging al Weta Workshop del regista Peter Jackson in Nuova Zelanda, creando una versione 23enne completamente digitale di Will Smith per il film d’azione Gemini Man. «Da quando ho iniziato a lavorare in questo settore 25 anni fa, il de-aging è diventato il Santo Graal», ha confessato Bill Westenhofer, uno dei supervisori degli effetti visivi del film. «Ci vogliono diversi anni d’esperienza per guardare un volto umano e sapere cosa c’è che non va. Perciò la sfida è stata cercare di mettere insieme tutte le diverse cose e farlo funzionare armoniosamente».

Per creare il personaggio di Junior – un clone più giovane dell’assassino Henry Brogan interpretato da Smith – la superstar ha indossato la tradizionale tuta grigia, accompagnata da un copricapo con due telecamere che catturavano le sue espressioni facciali sempre tramite tracking markers. «Abbiamo pensato ad un approccio più dettagliato per costruire tutto da zero – dallo scheletro ai pori della pelle, fino all’animazione e il tipo di brillantezza negli occhi – è stata davvero la tecnica migliore che potessimo adottare», ha dichiarato Stu Adcock, responsabile del movimento facciale di Weta. Prima di iniziare le riprese di Gemini Man e The Irishman, i team di ILM e Weta hanno realizzato filmati di prova per mostrare ai registi di entrambi i film che ciò che stavano suggerendo era possibile.

Effetti speciali
Martin Lawrence e Will Smith in Bad Boys

Per Gemini Man hanno utilizzato una clip del film Bad Boys del 1995 in cui inserivano due sequenze del loro Will Smith digitale e hanno chiesto ad Ang Lee di individuare il “falso”. Per The Irishman, anche De Niro è tornato negli anni ’90, interpretando la scena della Pink Cadillac di Quei bravi ragazzi prima di essere ringiovanito in post-produzione – convincendo uno Scorsese inizialmente scettico di poter dare vita al progetto da tempo sognato. Helman e il suo team hanno quindi trascorso due anni a studiare vecchi film e a catalogare le età mirate in cui De Niro, Pacino e Pesci.

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Samuel L. Jackson e J.T. Walsh ne Il negoziatore

La creazione di Junior invece ha richiesto a Will Smith di trascorrere del tempo in una cabina di fotogrammetria in cui più telecamere hanno catturato la sua immagine mentre numerose luci si accendevano in diverse sequenze, dando una scansione di base dell’attore e analizzando la struttura del suo viso. Ironia della sorte, considerando la critica di Scorsese nei confronti dei film Marvel, definiti «non cinema», un sistema simile è stato utilizzato anche per far ringiovanire Jackson in Captain Marvel.

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Brie Larson e Samuel L. Jackson in una Captain Marvel

Un giovane Nick Fury è stato creato con gli effetti speciali confrontando i filmati dei vecchi film di Jackson con il lavoro svolto dall’attore sul set, usando nuovamente i tracking markers. «Ho guardato quella faccia e ho pensato a quella che avevo ne ll negoziatore», ha detto Jackson, riferendosi al suo omonimo film del 1998, «Fortunatamente per loro e per me, ho lavorato in molti progetti in quel periodo della mia vita, così hanno potuto usare diverse espressioni facciali per mettere insieme il nuovo volto».

Darren Hendler, direttore del Digital Human Group di Digital Domain e responsabile della trasformazione di Josh Brolin nel supercattivo di Avengers Thanos, è stato colpito dall’apparizione di Jackson nel film. «Si tratta più di un approccio basato su immagini 2D in cui si prendono le performance dell’attore e poi si dipingono e tracciano determinati fotogrammi. Stanno ancora usando parte della performance dell’attore, ma la modificano. È un risultato molto credibile. Potrebbe non essere stato esattamente come era Samuel Jackson da giovane, ma sicuramente ha funzionato».

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Samuel L. Jackson ringiovanito in Captain Marvel

«Il ringiovanimento di Samuel L. Jackson è assolutamente fantastico», concorda Guy Williams di Weta, aggiungendo «approcci diversi soddisfano requisiti diversi». Questo è un pensiero condiviso anche da Helman, che crede che questo sia stato un anno spartiacque per gli effetti speciali. «Non è un caso che abbiamo diversi film di successo con performance facciali realizzate in tre o quattro modi diversi», dice Helman. «Non vedo l’ora che qualcuno utilizzi questi metodi e crei qualcos’altro».

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