LOS ANGELES – Sul palco dello You Tube Space di Los Angeles, Will Smith accoglie con grida da stadio l’entrata di ciascun membro dell’entourage di Gemini Man, il nuovo film di cui è protagonista. Mastodontica produzione hollywoodiana con la regia di Ang Lee, Gemini Man è stato realizzato con tecnologie rivoluzionarie che hanno permesso di ricostruire digitalmente il volto di un Will Smith ventenne. «Vedermi di nuovo 23enne è stato surreale e un po’ strambo, ero quasi spaventato» ammette la star recentemente diretta da Guy Ritchie in Aladdin. «Poi ho però ho cominciato a entusiasmarmi sulle possibilità future e all’idea di un film con il giovane Will Smith a fianco di un altrettanto giovane Marlon Brando, magari girato mentre me ne sto comodo a casa mia…».
LA FILOSOFIA GEMINI MAN «Appena letto lo script, ho amato il concetto filosofico che sta dietro, ovvero che tutti noi piantiamo i semi della nostra stessa distruzione. Siamo noi a prendere le decisioni nella nostra vita e non possiamo incolpare nessun altro; siamo noi a dovere fare i conti con il nostro karma. Gemini Man è un modo intelligente e creativo di dire che siamo gli architetti delle nostre vittorie e fallimenti. E poi adoro la fantascienza perché consente di esaminare questi concetti attraverso un panorama visivo selvaggio».
TECNOLOGIA RIVOLUZIONARIA «Quello che vedrete sullo schermo non è il mio volto ripulito per farmi apparire ventenne ma è un’immagine umana digitale al 100%. Credo sia spettacolare riuscire a catturare l’emozioni di un volto giovane, soprattutto l’innocenza negli occhi. Quando sei un attore giovane è facile recitare la parte di un vecchio ma quando sei vecchio è quasi impossibile fare la parte del giovane. Una volta che i tuoi occhi hanno visto certe cose, non puoi tornare indietro. Come dopo la prima volta che hai fatto sesso: non puoi più tornare indietro, ti sta incollato addosso, inizi anche a camminare diversamente».
WILL SMITH SOTTO ESAME «Prima di girare, Ang Lee ha visto tutta la mia filmografia e ha selezionato scene da ciascuna pellicola, dal Principe di Bel Air a Man in Black, 6 gradi di separazione, Indipendence Day, ecc. Poi me le ha mostrate e ha detto: “Ecco, amo molto quello che fai qui in questo momento di questo film, ma non provare a farlo sul mio!” Ang ha creato una specie di dizionario dei miei vecchi personaggi e i momenti che li hanno definiti. È stato un processo a tratti snervante, un po’ come essere a scuola di recitazione, ma al tempo stesso, un’esperienza fantastica».
CULTURA O NATURA? «Uno dei concetti su cui abbiamo più dibattuto per creare questo film è l’influenza di ciò che è la nostra natura contro l’influenza delle nostre esperienze di vita. Per questo cerchiamo di tracciare una differenza netta tra il modo in cui Henry e il suo clone Junior sono stati cresciuti. Il primo viene da una casa violenta e un’infanzia difficile mentre Junior ha avuto una crescita perfetta grazie al personaggio interpretato da Clive Owen, con le scuole giuste, i libri giusti e così via. Ma alla fine è interessante notare come tutto si riduca a due uomini che utilizzano i propri talenti per dar vita a vere e proprie esperienze da incubo».
IL FUTURO DEI CLONI «L’essere umano si chiede da sempre come riuscire a superare le sofferenze. Giorni fa ho letto una frase interessante a riguardo che parlava di “miele avvelenato”. Diceva che gli uomini ricercano quel miele avvelenato per superare le sofferenze. Grazie a questo film si è parlato molto della clonazione, ma io credo che sia una di quelle scoperte scientifiche che non comprendiamo ancora del tutto e che in ultima analisi ci porterà ad avere del miele avvelenato. Gli studi sono già un pezzo avanti ma temo che ci siano molti quesiti di natura etica che non si stanno considerando».
L’ISPIRAZIONE DI UNA VITA «Il film con cui sono cresciuto? Guerre Stellari. Ricordo ancora la prima volta che l’ho visto e sono rimasto senza fiato, non riuscivo a credere che un film potesse farti sentire in quel modo: la storia, i personaggi, tutto. E credo che per tutta la mia carriera ho sempre avuto come riferimenti Guerre Stellari e anche Thriller, due pezzi d’arte che mi sono sempre augurato di potere in qualche modo raggiungere».
IMPARARE DAL PIÙ GIOVANE «Mi chiedono spesso quale consiglio darei a me stesso da giovane, ma a 23 anni ero terribilmente ambizioso e aggressivo e c’è un potere che deriva da questi attributi. La verità è che piuttosto vorrei chiedere al me giovane qualche consiglio su come riavere quegli attributi perché ripensandoci adesso, ai tempi ho preso delle decisioni davvero cazzute che magari con la testa di oggi non avrei il coraggio di prendere. Decisioni giuste. Invece negli ultimi anni mi sono sentito intrappolato dal successo ottenuto e ho cercato solo di proteggere Will Smith di modo che il giorno del suo 50esimo compleanno potesse sembrare un personaggio epico che si lancia da un elicottero sul Grand Canyon, nel tentativo di ritrovare la sfrontatezza della gioventù».
- Qui potete vedere il trailer italiano di Gemini Man
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