in

Brave ragazze | Tra bigodini e pistole, l’heist movie al femminile che non ti aspetti

L’opera seconda di Michela Andreozzi è un divertente inno all’amicizia tra donne e alla forza del gruppo

Brave ragazze
Le protagoniste di Brave ragazze in spiaggia

ROMA – Scrivi di quello che conosci. Probabilmente è l’unica grande regola che si impone a tutti coloro che amano raccontare storie. E Michela Andreozzi questa legge la conosce alla perfezione. Attrice dal background solido, regista e sceneggiatrice di ottimo livello, Michela si sta ritagliando un posto sempre più importante nel mondo della commedia italiana, grazie ad uno stile brioso e soprattutto alla capacità di narrare storie al femminile non banali. La sua opera seconda, Brave ragazze, ne conferma in pieno il talento descrittivo e l’empatia verso i personaggi, quattro donne coraggiose e pasticcione che sognano una vita diversa e sono pronte a tutto pur di riuscire nell’impresa.

Serena Rossi, Silvia D’Amico, Ilenia Pastorelli e Ambra Angiolini organizzano il colpo in banca

Dunque, scrivi di quello che conosci, dicevamo. Michela Andreozzi lo ha vissuto in prima persona il mondo delle sue brave ragazze, quella Gaeta degli anni ’80, vicina ad una grande città come Roma, ma nella sostanza distante dai ritmi e dai pericoli della metropoli capitolina. Qui, Anna, le sorelle Chicca e Caterina e Maria fanno i conti quotidianamente con le difficoltà della vita. Senza un lavoro stabile, senza la possibilità di evadere da una routine mortifera, senza un rapporto di coppia appagante, le quattro amiche decidono di dare una svolta alle proprie esistenze riprendendosi quello che gli è stato tolto in malo modo. Come? Facendo una rapina in banca. Si travestono da uomini e con qualche inghippo di troppo, mettono a segno il colpo. Vivranno felici e contente? Non proprio, ma ciò che otterranno è sicuramente molto di più di tutto quello che hanno mai potuto sognare.

Le Brave ragazze di Michela Andreozzi in tenuta da rapina

Riflessione divertita su femminile e maschile, solidarietà e amicizia tra donne, recupero della gentilezza come sentimento vero e pulito, sono i temi che saltano all’occhio dopo la visione di Brave ragazze. Un’opera se vogliamo semplice, ispirata ad un vero fatto di cronaca avvenuto in Francia, che però ha dalla sua una bella autenticità. Michela Andreozzi è riuscita nella grande impresa di migliorarsi. Brave ragazze segna un passo avanti rispetto al suo esordio Nove luna e mezza, un salto di qualità nella scrittura del film, molto più matura e profonda e anche nella regia, con la presenza di un paio di sequenze action dirette senza affanni.

Brave ragazze
Serena Rossi è Maria

Una storia, scritta a quattro mani con Alberto Manni, che si muove su binari già fissati – la crisi, l’organizzazione minuziosa del colpo, la rapina, i sotterfugi per non farsi scoprire – avrebbe avuto poco da dire senza delle protagoniste ricche e sfaccettate, piene zeppe di difetti e proprio per questo adorabili. Nel quartetto spicca per bravura e naturalezza Serena Rossi. Il personaggio di Maria sembra cucito su misura per la sua indole dolce ed è irresistibile anche nei momenti più dolorosi. Bene anche le superstar Ambra e Ilenia Pastorelli che hanno i ruoli più “canonici”, la mamma single che deve schivare le attenzioni malsane di certi uomini (ma ne trova uno perfetto, Luca Argentero) e la ragazza tosta che deve trovare la sua identità. Poco sviluppata, ed è un peccato, la Caterina di Silvia D’amico, forse l’eroina più originale del gruppo con le sue timidezze e una straordinaria intelligenza. Nel complesso, dunque, Brave ragazze è una commedia corale divertente che sfrutta bene il crimine come innesco per raccontare una storia di donne finalmente libere. E sempre perbene.

  • Qui potete vedere il trailer di Brave ragazze

Lascia un Commento

Storm Reid: «Euphoria? Una serie che avrà un impatto devastante sul pubblico»

Will Smith: «Gemini Man? Che strano rivedersi giovane, ma è questo il cinema del futuro»