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Oscar 2019 | Bao e Skin: i corti vincitori raccontano un’altra idea di famiglia

L’emozionante creazione Pixar e il dramma dell’israeliano Guy Nattiv hanno conquistato l’Academy

Becky Neiman-Cobb, e Domee Shi posano con l'Oscar vinto per Bao.
Freshly Popped

MILANO – Se la notte degli Oscar ha consacrato Green Book di Peter Farrelly nella categoria per miglior film, ancora più sorprendente è la vittoria di Spider-Man: Un nuovo universo nella categoria miglior film d’animazione, il debutto di Miles Morales, personaggio dei fumetti Marvel, che ha sconfitto così il colosso Pixar de Gli Incredibili 2. Ma la compagnia di Pete Docter e soci ha avuto la sua rivincita nella categoria per il miglior cortometraggio animato, grazie alla statuetta vinta dal bellissimo Bao. Otto minuti scritti e diretti da Domee Shi e proiettati al cinema proprio prima del sequel sulle avventure di Elastigirl e Mr. Incredibile.

La storia è allegorica e struggente: una donna prepara per il marito dei “baozi” (panini ripieni cotti al vapore, piatto tipico della cucina cinese) e si trova davanti, durante la colazione, uno di questi “rotolini” che, improvvisamente, prende vita. La donna decide di crescere il piccolo baozi come fosse figlio suo, fino a quando lo ingoia dopo un momento di tensione. Evitiamo di svelare la sorpresa finale perché è un autentico colpo di genio di scrittura che ha permesso a Bao di vincere la statuetta. Il risultato? Un prodigioso film animato, che in pochi minuti riesce a emozionare e commuovere.

Il rapporto tra genitori e figli, invece, è il filo conduttore che ha legato molti dei titoli candidati per miglior corto “live action”. A spuntarla il potente Skin dell’israeliano Guy Nattiv, capace di descrivere l’infuocato clima di razzismo che pervade la provincia americana attraverso il ritratto di due padri, da una parte uno bianco e suprematista, dall’altra uno dalla pelle nera, e dei loro rispettivi figli. Giovani testimoni dell’insensatezza del sangue e delle ritorsioni. Venti minuti sufficienti per un salutare e ben assestato pugno nello stomaco.

«I miei nonni erano sopravvissuti alla Shoah. L’odio che subirono loro lo vediamo ovunque, negli Stati Uniti e in Europa», ha detto il regista sul palco del Dolby, «il mio film parla di educazione, e vuole insegnare ai nostri figli qualcosa di diverso, di migliore.». E attenzione, perché nel corso delle ultime edizioni del Festival di Toronto e Berlino è stato presentato il lungometraggio che Nattiv ha realizzato proprio riadattando la sceneggiatura del corto neo-vincitore dell’Oscar. Il protagonista? Jamie Bell, noto al grande pubblico per Billy Elliot. Ora non resta altro che aspettare di vederlo in sala.

Qui il trailer di Skin:

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