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Oscar 2018: Jordan Peele e il caso Get Out

Flop in Italia, un Oscar vinto e un incasso di 250 milioni di dollari di incasso in America

Puntuale come una nomination a Meryl Streep, è arrivata anche quest’anno la sorpresa tra le statuette assegnate agli Oscar. Il caso in questione? Si chiama Get Out, è stato girato letteralmente a low budget (siamo intorno ai 4 milioni e mezzo di dollari), scritto, diretto e (pure) prodotto da uno sconosciuto di nome Jordan Peele, classe 1979, nato a New York e – sembra incredibile, ma è così – praticamente all’esordio dopo una manciata di apparizioni come attore in diverse serie tv. Ecco, Get Out, con l’aggiunta di uno Scappa nel titolo italianizzato, è riuscito a centrare un miracolo, ottenendo la vittoria per la sceneggiatura originale grazie a una storia che vede il protagonista, Daniel Kaluuya – di origini ugandesi ma cresciuto e nato a Londra – ritrovarsi in un incubo onirico, nella casa di famiglia della sua ragazza bianca.

Daniel Kaluuya in una scena di Scappa – Get Out.

Perché, dietro l’aspetto da horror psicologico, Scappa – Get Out nasconde una profonda accusa verso il razzismo non dichiarato, sotteso nella storia di un popolo che mai come oggi vive contraddizioni estreme, al punto che perfino il politicamente corretto cela un’intolleranza verso il #BlackLivesMatter. L’Academy, dunque, sembra averlo capito dando, dopo Moonlight, un altro segnale ai piani alti, tra la Casa Bianca e Washington D.C. L’aspetto ulteriormente curioso del caso Get Out? Che il pubblico italiano non lo ha proprio recepito. Tenendo presente che negli Stati Uniti è stato oggetto di analisi fin dalla presentazione al Sundance, un anno fa, e ha poi incassato 250 milioni di dollari al botteghino, in Italia, uscito a maggio (il 18, per la precisione), è stato visto da pochi spettatori, finendo la sua corsa con un misero milione di euro. Che sia arrivato il momento di rivalutarlo?

 

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