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Omicidio a Los Angeles | Charlie Hunnam, Mel Gibson e un noir controcorrente

Il film di Tim Kirkby è tratto dal romanzo Last Looks di Howard Michael Gould. Su Sky e NOW

I protagonisti di Omicidio a Los Angeles
I protagonisti di Omicidio a Los Angeles

ROMA – Carico di cliché, a tratti sgangherato, volutamente sornione. Riassumendo, il divertissement perfetto da poltrona e schermo piatto in HD, che senza pretendere troppo dal pubblico e dalla messa in scena, ci porta in un thriller scanzonato con protagonista un ex detective, interpretato da uno sgualcito Charlie Hunnam. Omicidio a Los Angeles (su Sky e NOW), diretto da Tim Kirkby, con la sceneggiatura firmata da Howard Michael Gould (basata sul suo romanzo del 2018, Last Looks, mai uscito in Italia) inizia facendoci conoscere Charlie Waldo, un uomo vive in una roulotte in mezzo al nulla, avendo come compagnia una gallina e un Kindle. Charlie faceva il poliziotto ma si è ritirato a vivere come fosse in Into the Wild. Il motivo? Anni prima ha fatto arrestare un innocente. La cosa lo ha scosso – capirete poi il perché – e dunque ha tranciato i rapporti con il mondo civilizzato.

Charlie Hunnam è Charlie Waldo

Ma, si sa, le cose non vanno mai il verso giusto, e al minimo strattone Charlie torna a Los Angeles, che tra corruzione e traffico è alquanto diverso dal climax che aveva saputo costruirsi attorno. Il detective Waldo, da solo vale la visione – pure per merito di Charlie Hunnam, sempre bravo a scegliere le sceneggiature –, personaggio che ricorda quelli di un genio della letteratura pulp come Charles Willeford, gettato in un mischione senza esclusione di colpi. Charlie, infatti, lascia le montagne dopo la visita di un’ex fiamma, Lorena (Morena Baccarin): un famoso attore, Alastair Pinch (Mel Gibson, con pizzetto ispido e occhi vispi), è stato arrestato con l’accusa di aver ucciso la moglie, e Lorena pare abbia un interesse nel dimostrare che Pinch sia innocente.

Charlie Hunnam e Mel Gibson in Omicidio a Los Angeles
Charlie Hunnam e Mel Gibson in Omicidio a Los Angeles

Via via, dopo un inizio scricchiolante e statico, Omicidio a Los Angeles scopre le sue carte e i suoi innumerevoli personaggi: Waldo, spinto dagli eventi, si mette ad indagare sul caso, scoperchiando un vespaio degno delle miglior storie noir. Prende cazzotti, corre (in bicicletta), cade, si rialza. Affronta come può l’intricata vicenda, in cui si alternano sicari, ambigui avvocati, bizzarri rapper e, soprattutto, c’è Jayne White (Lucy Fry), insegnante di prima elementare con un lato… nascosto. Ognuno è un potenziale sospettato come nei più classici noir, e ci sono alcuni tocchi stilistici che ne enfatizzano il genere, a cominciare dalla sua trama (abbastanza) contorta e incoerente, dove nessuna figura è casuale. Ognuno ha un segreto, e tutti sono potenziali sospettati.

omicidio a los angeles
Morena Baccarin e Charlie Hunnam

Certo, dietro il noir Omicidio a Los Angels veste parallelamente i panni della commedia, e Tim Kirby (che ha diretto il pilot di Fleabag!) sembra saperci fare, mischiando l’indagine alla battuta (e, sapientemente mascherate, ce ne sono diverse sulla pandemia…), e gestendo un cast enorme con i toni giusti, portandoli ad essere a loro volta le diverse chiavi di lettura di un’indagine dal sapore gustoso. Naturalmente il film di Kirby, come vi abbiamo detto all’inizio, va inteso per quello che è, uno spasso incongruente e scoppiettante, nel quale abbandonarsi senza troppe pretese. Del resto, il cinema è (anche) questo.

 

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Omicidio a Los Angeles, il trailer:

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