ROMA – Pierre (Vincent Lindon), cinquantenne, cresce i suoi due figli da solo. I tre sono molto uniti. Louis (Stefan Crepon), il più giovane, sta per lasciare casa per andare all’università a Parigi. Fus (Benjamin Voisin), un po’ più grande, sta diventando sempre più schivo. Affascinato dalla violenza, milita in gruppi estremisti di destra, l’esatto opposto dei valori del padre. Tra loro ci sono sia amore che odio, finché non giunge la tragedia. Lo conoscerete come Noi e Loro ma dal concorso di Venezia 81 dove è stato presentato il film è noto sotto il titolo originale di Jouer avec le feu. Il nuovo film delle sorelle registe Delphine e Muriel Coulin dal 27 febbraio in sala con I Wonder Pictures.

Un film chiacchieratissimo, Noi e Loro, e molto atteso (soltanto oggi è arrivato nelle sale francesi nda) a partire proprio dal palmarès del Lido. A Venezia 81, infatti, il film delle Coulin ha visto il suo interprete principe, Vincent Lindon, premiato con una sorprendente Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile. Sorprendente non fosse altro per la presenza in concorso di performance di peso come quella di Adrien Brody (The Brutalist) – esclusa di diritto dato il Leone d’Argento alla Miglior Regia assegnato a Brady Corbet (e qui il regolamento parla chiaro) – e Daniel Craig (Queer), ma che in realtà ci appare doverosa perché senza di lui sarebbe un film completamente diverso Noi e Loro.

Ogni grammo di esperienza, di mimica e gestualità, ogni goccia di talento purissimo, è qui al servizio di una narrazione poggiata tutta sulle stanche ma ancora possenti spalle dell’interprete francese che nei panni caratteriali di Pierre padre affettuoso, danneggiato e premuroso, si muove come bilanciere esistenziale tra le vite dei suoi figli: Louis e Fus, opposti, agli antipodi, nelle cui vene scorre lo stesso sangue ma tutto sembra indicare una natura estranea. Uno pacato, gentile, attento e studioso; l’altro caotico, violento e ribelle sino a rasentare la follia. Eppure – e da qui la scelta di parole del titolo italiano Noi e Loro – uniti più che mai contro chi gli è contrario. Ci sono gli Hohenberg e poi il resto del Mondo.

Ma non solo, perché lo sviluppo del racconto intessuto dalle Coulin ne permette un’ulteriore valenza semantica. Noi e loro sono anche le due facce antitetiche della nostra società: i liberali e i populisti. Chi semina accoglienza, amore e comprensione, e chi aggressività, odio e rabbia violenta. Da qui la sempre più arcuata forbice valoriale tra i due fratelli che della narrazione di Noi e Loro è il cuore emotivo. Vite opposte quelle di Louis e Fus portati in scena da due eccellenti Crepon e (soprattutto) Voisin, ma entrambe risposte decise ad un trauma come può essere la perdita di una madre in tenera età. È un film sui sentieri della vita quello delle Coulin, su scelte e decisioni e sulle conseguenze delle nostre anche più insignificanti azioni.

Una forte anima narrativa avvolta in immagini chiaroscurali e suggestioni evocative – e altre ancora spiazzanti (spoiler: sappiate che a un certo punto compare perfino una maglia nerazzurra del Pisa Sporting Club) – e sorretta da una narrazione traballante dove non tutte le componenti sono ben amalgamate e approfondite (una su tutte proprio la base politica dei naziskin) e da un montaggio a volte fin troppo netto e dispersivo nelle sue scansioni temporali. Poco importa però, perché Noi e Loro è certamente un film che merita un occhio di riguardo. Una visione che arricchisce.
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