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Masters of the Air | Austin Butler, i B-17 e il lato umano della guerra

Dopo Band of Brothers e The Pacific, Spielberg e Hanks chiudono la trilogia bellica. Dove? Su Apple Tv+

Austin Butler al centro della scena di Masters of the Air, di John Orloff, disponibile su Apple Tv+
Austin Butler al centro della scena di Masters of the Air, di John Orloff, disponibile su Apple Tv+

MILANO – Steven Spielberg, Tom Hanks e Gary Goetzman – gli stessi dietro Band of Brothers e The Pacific – si sono riuniti per Masters of the Air, una miniserie in nove episodi ideata da John Orloff (disponibile su Apple Tv+) che completa il ciclo iniziato nel 2001 e proseguito nel 2010 con le serie sopracitate, offrendo uno sguardo avvincente sulla cosiddetta Generazione Gloriosa e diventando poi un cult per aver saputo rinnovare il genere bellico sia su piccolo-e-grande schermo (anche lanciando qualche nome poi diventato celebre come Rami Malek e Damian Lewis). La serie narra le gesta epiche degli aviatori appartenenti al 100° Gruppo Bombardieri dell’Air Force degli Stati Uniti, i quali operavano a bordo dei celebri B-17, noti anche come “fortezze volanti”.

Austin Butler e Barry Keoghan in una scena di Masters of the Air
Austin Butler e Barry Keoghan in una scena di Masters of the Air

Questi coraggiosi uomini svolsero un ruolo cruciale nei bombardamenti contro gli obiettivi nemici, in particolare nello spazio aereo occupato dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale. Rispetto ai capitoli precedenti, Masters of the Air si distingue per un cast di giovanissimi in cui troviamo volti noti del momento, tra cui Austin Butler, Barry Keoghan e Ncuti Gatwa, ma anche Callum Turner, Anthony Boyle, Rafferty Law, Elliot Warren, David Shields e Matt Gavan per citarne alcuni. Nomi che fanno sicuramente da traino ad una miniserie che riesce ad equilibrare bene i rapporti umani: sono tutti protagonisti, e la chimica tra Buck (Butler) e il suo braccio destro Bucky (Turner) fa scintille. Il vero obiettivo resta però la totale spettacolarità delle battaglie aeree.

Callum Turner e Austin Butler in un momento della miniserie Masters of the Air
Callum Turner e Austin Butler in un momento della miniserie

L’azione riduce ancora di più l’ormai sottilissimo confine tra televisione e cinema, anche grazie alla sapiente regia di Cary Joji Fukunaga che mescola con maestria la bellezza dei cieli a degli effetti speciali mozzafiato come non si vedevano da un po’. Il punto forte della serie è una scommessa già vinta, ma Masters of the Air non è solo una serie sulla guerra, ma una profonda riflessione sulla condizione umana in situazioni estreme grazie ad una sceneggiatura che imbastisce di una profondità non scontata i rapporti di questo racconto corale.

Una scena della miniserie
Una scena di Masters of the Air

Non c’è nessuna glorificazione della guerra oltre all’elemento spettacolare cardine della serie: Masters of the Air vuole dare tutto in mano ai suoi personaggi e ai loro bravissimi interpreti per racchiudere l’animo umano nella dimensione empatica che merita. Gli aerei sono degli orpelli, ma che orpelli! Per gli amanti del genere sarà una serie imprescindibile, ma non lasciatevi ingannare dalle “dimensioni ridotte” del racconto: siamo davanti ad una lezione di cinema in termini di produzione.

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