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Marx Può Aspettare | Se l’Italia del ’68 finisce nell’indagine familiare di Marco Bellocchio

Un’indagine privata? Sì. O forse no. Perché alla fine è un documentario personale che riguarda tutti

marx può aspettare
Quando eravamo fratelli: Marco e Camillo Bellocchio.

ROMA – «Il 16 dicembre 2016 Letizia, Pier Giorgio, Maria Luisa, Alberto ed io, Marco, le sorelle e i fratelli Bellocchio superstiti ci riunimmo, con mogli, figli e nipoti al Circolo dell’Unione a Piacenza per festeggiare vari compleanni. Io avevo organizzato il pranzo con l’idea di fare un film sulla mia famiglia, ma non avevo le idee chiare. Non sapevo cosa volevo esattamente fare. In realtà lo scopo era un altro. Fare un film su Camillo, l’angelo, il protagonista di questa storia». Si apre così, con la voce fuori campo di Marco Bellocchio, Marx può aspettare, documentario coprodotto da Tenderstories, Kavac Film e IBC con Rai Cinema, e presentato come evento speciale a Cannes dove il regista riceverà anche la Palma d’Oro d’onore. Ma cos’è esattamente Marx può aspettare? E perché quel titolo?

marx può aspettare
Marco, Alberto e Camillo Bellocchio

il documentario nasce da un lungo lavoro durato oltre cinque anni in cui Bellocchio ha cercato di ricostruire, come in una vera e propria indagine, le cause che portarono alla morte del suo gemello, morte avvenuta il 27 dicembre del 1968. Un anno non casuale, un anno attraversato da cambiamenti sociali e politici, rivoluzioni e lotte. Eppure nessuno di questi eventi influenzò la vita di Camillo. «Marx può aspettare», fu l’ultima cosa che disse a quel fratello regista che iniziava a ricevere riconoscimenti per i suoi film in giro per l’Europa mentre dentro di lui montavano insicurezza, malinconia e un disagio che lo portò ad ammalarsi «in un confronto impossibile».

I fratelli Bellocchio

La voce narrante di Bellocchio ci accompagna così in un viaggio a ritroso nel tempo aiutato dai ricordi delle sue sorelle e fratelli. Ricordi che non sempre coincidono, ricordi che non sempre si assomigliano, perché la memoria è fallace e ognuno di noi può custodire immagini diverse dello stesso evento per ragioni molto differenti. Eppure ecco riaffiorare intatti i contorni di un ragazzo «propenso allo scherzo» ma con un dolore sempre presente che lasciava sul suo volto un velo di malinconia che non scompariva mai. Alle interviste ai fratelli Bellocchio, il regista alterna così sequenze dei suoi film, da I pugni in tasca a Gli occhi, la bocca fino a L’ora di religione, che attingono ai ricordi di famiglia.

Marx può aspettare
Marco Bellocchio in una scena di Marx può aspettare

L’infanzia, i sensi di colpa, la figura materna. In Marx può aspettare appare così chiaro come Marco Bellocchio abbia raccontato (sempre) anche la storia della sua famiglia nei suoi film, parlando di quel fratello che non ha saputo ascoltare realmente a fondo. Un lavoro emozionate quanto asciutto, capace di strappare più di una risata e di far inumidire gli occhi. Il racconto di cosa significhi sopravvivere a un’assenza, al dolore, ai “se”, ai rimorsi, alla farsa. Marx può aspettare è un lavoro estremamente personale ed intimo eppure attraversato da una potenza universale perché parla di sentimenti comuni, di stanze rimaste vuote eppure colme di ricordi e di domande a cui cercare una risposta che continua a sfuggire.

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Qui potete vedere una clip di Marx può aspettare:

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