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Maledetta Primavera | L’età più bella e il romanzo nostalgico di Elisa Amoruso

Nel cast Micaela Ramazzotti, Giampaolo Morelli e le giovani Emma Fasano e Manon Bresch

Maledetta Primavera, un dettaglio del poster
Maledetta Primavera, un dettaglio del poster

ROMA – “Voglia di stringersi e poi, vino bianco, fiori e vecchie canzoni. E si rideva di noi, che imbroglio era…”; quella di Loretta Goggi è forse una delle canzoni italiane più cantante, strillate e stonate di tutte. Oltre ad essere tra quelle più enfatiche, radiose e dolcemente malinconiche. Perché poi, alla fine, è tutto lì: il significato di una canzone, di un film, sono nient’altro che il riflesso di un nostro stato d’animo e di una nostra propensione ad assorbire le emozioni. E allora, dando il titolo al bel film di Elisa Amoruso (in digitale su CHILI), questa Maledetta Primavera suonata in macchina, a tutto volume in una calda estate di fine Anni Ottanta, non è che l’urlo di una figlia e di una mamma, alle prese con una vita a tratti, che gira e poi si ferma, che fa ridere e che fa piangere.

Le protagoniste di Maledetta Primavera, Emma Fasano e Manon Bresch
Le protagoniste di Maledetta Primavera, Emma Fasano e Manon Bresch

Maledetta Primavera, scritto dalla stessa Amoruso insieme a Paola Randi ed Eleonora Cimpanelli ci porta, appunto, nel 1989 quando Nina (l’esordiente Emma Fasano, una rivelazione!) si trasferisce dal centro alla periferia di Roma. Palazzoni, erba secca, il sole che non conosce ombra. I pomeriggi placidi dopo la scuola, turbati però da un ronzio costante: mamma Laura e papà Enzo (Micaele Ramazzotti e Giampaolo Morelli), a modo loro si amano (?) ma litigano, tutti i giorni tutto il giorno. Anche la scuola qui è diversa: niente suore ma il rombo dei motorini e i ragazzi più grandi che fanno sega. Ed è proprio nella sua nuova classe che Nina conosce meglio la vicina di casa Sirley (Manon Bresch, altra rivelazione), sudamericana che balla la Lambada (a proposito di malinconia…) e che vorrebbe interpretare la Madonna nell’attesissima processione di quartiere.

Micaela Ramazzotti in Maledetta Primavera
Micaela Ramazzotti in Maledetta Primavera

Ed è attorno al loro incontro che gira Maledetta Primavera (presentato alla Festa del Cinema di Roma 2020 e selezionato dal Film at Lincoln Center di NY per il programma Open Roads: New Italian Cinema). Un incontro che sa di scoperta e di amore, di rinascita e di purezza. Sirley e Nina, profondamente diverse e, per questo, necessarie l’una all’altra in un percorso narrativo che le porta a sbagliare e ad amare, mostrando cosa c’è dietro la bellezza nello scoprire sé stesse, tra un giro di giostra al luna park e un bacio solo sfiorato. Essenzialmente il film della brava Elisa Amoruso è questo: un omaggio dettagliato e sincero all’epoca dell’infanzia che incontra il confine dell’adolescenza, mentre due ragazze provano a cercare il loro posto nel mondo.

Maledetta Primavera
Una scena del film

Per questo la regista, con tatto, luce e sincerità, prende pezzi e quadri dalla sua memoria, e sceglie di ambientare il film in un’epoca nevralgica come quella a cavallo tra gli Anni Ottanta e Novanta: i colori, la musica, gli abiti, le vacanze spensierate. La sensazione che tutto stesse per cambiare per mutare in qualcosa di più distante, diverso e lontano: proprio com’è l’adolescenza. Un cambiamento fisico ed emozionale, un’epifania e, per l’appunto, una primavera, che l’Amoruso sa raccontare in un film armonioso, intimo e caldo – rispecchiando le immagini nella fotografia di Marina Cocco e, di conseguenza, nel ricordo saturo che abbiamo di quell’età, tanto spaventosa quanto meravigliosa. “Se per innamorarmi ancora tornerai, maledetta primavera…”.

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Qui la nostra intervista ad Elisa Amoruso:

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