ROMA – Lupin – Parte 3 arriva finalmente su Netflix con nuovi incredibili trucchi sempre nel segno di Arsène Lupin, il ladro gentiluomo più famoso di Francia. Sì, ma dov’eravamo rimasti? In seguito all’arresto di Hubert Pellegrini, Assane Diop (Omar Sy) è in fuga e dopo aver salutato Claire (Ludivine Sagnier) e Raul (Etan Simon) scompare per l’ultima volta sotto gli occhi dei poliziotti. Ad un anno di distanza dalla sua clamorosa uscita di scena, il ladro più ricercato di Francia vive in latitanza nel Sud del paese mentre giornali e televisioni non parlano che di lui, ossessionando l’opinione pubblica e anche la sua famiglia. Nel tentativo di liberare i suoi da questa pressione mediatica e vivere finalmente in serenità, Assane tornerà a Parigi per un ultimo, pericolosissimo colpo.
Ispirata come noto alle avventure del ladro francese dei romanzi – noto in Italia soprattutto per l’anime giapponese cult Le avventure di Lupin III – la serie Lupin del Netflix d’oltralpe punta tutto sul suo protagonista, reso celebre da Quasi Amici – Intouchables e visto di recente in Io sono tuo padre, che ha saputo dare vita in tre stagioni ad un personaggio molto simpatico e (moderatamente) credibile. Assane è un ladro gentiluomo ma vive ai giorni nostri, ha alle spalle un passato difficile fatto di ingiustizie e pregiudizi che lo rendono un ladro sì, ma un ladro che sa farsi voler bene (e qui anche ogni riferimento a Danny Ocean/George Clooney in Ocean’s Eleven è puramente casuale). Ovviamente, come ogni ladro buono dello schermo, anche Assane ha un gruppo di amici su cui contare, anche nelle nuove puntate.
Dal compagno di scuola Benjamin Ferel (Antoine Gouy) che è una sorta di aiutante tuttofare, alla (ex) moglie Claire (Ludivine Sagnier, sempre bravissima dai tempi di Swimming Pool di Ozon) passando per l’ispettore Youssef Guedira (Soufiane Guerrab), un Ginko più umano e decisamente più amichevole del nemico giurato di Diabolik. Se alcune trovate possono risultare poco realistiche, l’ambientazione non lo è: la Francia rappresentata in Lupin è reale, multietnica e multirazziale, ma tra una battuta e l’altra ci ricorda che il germe del razzismo è sempre dietro l’angolo. Assane non è il ladro dei romanzi di Maurice Leblanc ma gioca ad esserlo, costruendo la sua storia a partire dai libri che lo avevano affascinato fin da piccolo. Un modo questo per far passare il messaggio – specie per il pubblico dei più giovani – che la lettura può ancora riservare tante sorprese.
Le prime due puntate di Lupin – Parte 3 lasciano presagire nuovi colpi di scena, accompagnati come sempre dalla risata contagiosa e dal trench svolazzante di quel Sy, primo attore nero a vincere un Premio César nel 2012. La linea narrativa della storia sembra proseguire lasciando (giustamente) indietro il filone legato alla vicenda di Babakar, padre di Assane, e di Pellegrini già ampiamente raccontato, eppure insiste ad analizzare la backstory del protagonista. Stavolta dal lato materno, andando a sviscerare la sua storia riempiendo i buchi narrativi delle prime due stagioni e suggerendo che ci sia qualcosa di ereditario nella fascinazione per il furto. Ma ciò che veramente riempie la storia, insieme al maestoso Sy, è l’arena in cui questo si muove: una Parigi meravigliosa catturata nei suoi angoli più celebri e in quelli meno noti, è lei la vera co-protagonista della storia, la spalla sulla quale Assane si poggia e che vale sempre la pena di ammirare.
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Qui sotto potete vedere il trailer di Lupin – Parte 3:
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