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Liv Ullmann: «Io, l’amore per l’Italia, Ingmar Bergman e quei film di De Sica…»

La carriera, l’Italia, il documentario e il cinema: incontro con l’attrice al Festival dei Popoli di Firenze

Liv Ullmann
Liv Ullmann: classe 1938, nel 2022 è stata premiata con l'Oscar per la carriera.

FIRENZE – «Credetemi, sono innamorata della generosità dei toscani ed è bellissimo essere qui al festival, soprattutto perché il mio documentario racconta ciò che per noi è più importante». Liv Ullmann ci accoglie così all’incontro con la stampa organizzato dal Festival dei Popoli, nella cornice dell’hotel Place di Firenze, per presentare il toccante documentario sulla sua vita: A Road Less Travelled di Dheeraj Akolkar, in cui ripercorre la sua vita, dall’infanzia in Norvegia all’incontro con Bergman, fino alla carriera da regista e all’Oscar, mentre attori come Jeremy Irons e Jessica Chastain spiegano perché la amano. «Se penso all’emancipazione della donna, più che parlarne vorrei incoraggiare le donne che combattono, donne che desiderano narrare le loro storie. Cito il direttore di questo festival, Alessandro Stellino: è bello incontrare persone che gettano luce sui nostri passi. Ecco, io spero che le donne lottino per illuminare il nostro percorso…».

Liv Ullmann in un’immagine del documentario.

IO E INGMAR – «La musa di Bergman? Si, lo sono stata. Sono presente in tutti i film di Bergman a parte Fanny and Alexander, a cui scelsi proprio io di non partecipare; non c’è niente di male nell’essere stata la sua musa, direi che è molto meglio di non esserlo stata (ride, nda). Quando vivevo in America ero giovane, felice dell’entusiasmo che mi circondava e i miei amici europei, che venivano a trovarmi, si divertivano nella mia villa con piscina, ma, nonostante la qualità dei film americani non fosse paragonabile a quella degli europei, tutto questo non mi impediva di tornare in Europa per girare Scene da un matrimonio di Bergman e di essere ancora la sua musa. Sono sempre stata profondamente europea».

Liv Ullmann
In un frammento di Scene da un matrimonio.

IO E l’ITALIA – «Cos’è il cinema per me? Allora, ci tengo a dire che se se sono diventata un’attrice è anche grazie al cinema italiano. Quando avevo tredici anni, ero una ragazzina timida, senza amici, così andavo da sola al cinema. A Trondheim ho visto i capolavori di Vittorio De Sica, film come Ladri di biciclette, Miracolo a Milano, Umberto D. Quelle pellicole sono state una folgorazione, mi hanno risvegliato e vedendo quella povera gente alzarsi in volo, come in Miracolo a Milano, davanti al Duomo, ho capito che i miracoli erano possibili. Anche quello di diventare attrice. E oggi conservo un ricordo bellissimo anche di Mario Monicelli: quanto ritornerei subito nella casa di Speriamo che sia femmina…».

Liv Ullmann
Liv Ullmann a Firenze nella foto di Ilaria Costanzo.

IL DOCUMENTARIO – «Qual è l’ispirazione per questo documentario? Dare voce a chi non ce l’ha e che avrebbe invece tanto da dirci. Sono sconvolta dal momento storico che stiamo attraversando, guardo le notizie in televisione e penso che stiamo vivendo uno dei tempi peggiori della nostra storia. Non c’è alcun eroismo nella guerra, nel lanciare bombe. Non ci sono eroi, ci sono solo vittime mentre le persone al potere decidono e vanno avanti senza ascoltare nulla. Ma noi, che non vogliamo, siamo più numerosi e dobbiamo assolutamente fare sentire la nostra voce. Bisogna protestare…».

  • LONGFORM | Perché riscoprire Scene da un matrimonio
  • VIDEO | Il trailer di A Road Less Travelled:

 

 

 

 

 

 

 

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