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Laura Bispuri: «Figlia mia, tra la Sardegna, due madri e il mio cinema fisico…»

La regista, in concorso a Berlino, racconta il nuovo film con Valeria Golino e Alba Rohrwacher

Sara Cau e Alba Rohrwacher in una scena di Figlia mia.

BERLINO – Dopo il debutto qui alla Berlinale tre anni fa con Vergine giurata, Laura Bispuri è ritornata in concorso per l’Orso d’oro, questa volta con Figlia mia, nelle sale italiane dal 22 febbraio, un dramma familiare – ambientato in una Sardegna rurale e quasi arcaica – che mette in scena due donne che si contendono una bambina di dieci anni: Vittoria, interpretata dall’esordiente Sara Casu. Angelica (Alba Rohrwacher) è la madre biologica, alcolista e promiscua, che l’ha abbandonata dopo il parto affidandola a Tina (Valeria Golino), un’operaia che ha messo la piccola al centro della sua vita, sacrificando quasi il suo matrimonio.

Alba Rohrwacher e Valeria Golino sul set davanti alla piccola Sara Casu.

L’AMBIENTAZIONE «La scelta della Sardegna è stata istintiva: dopo averla visitata, sono stata catturata dall’atmosfera. Ci sono tornata in viaggio per la scrittura di Figlia mia per cercare di entrare in questo mondo e ricevere risposte. Il paesaggio forte, quasi prepotente e disarmante, mi ricorda proprio la forza delle due madri, e riporta al centro la forza dell’identità, tematica ricorrente nei miei lavori».
L’IDEA «L’origine di Figlia mia precede Vergine giurata e risale ad una storia che mi ha raccontato una ragazza che mi ha detto di aver desiderato, ad un certo punto della sua vita, di essere adottata da un’altra madre. Allora ho letto La figlia dell’altra di A. M. Homes (edito da Feltrinelli, nda) e ho iniziato ad indagare, fino a risalire a Salomone e al figlio conteso, a qualcosa di ancestrale ma legato anche a domande contemporanee. Ho decostruito l’immagine della madre perfetta per raccontarne due inadeguate, capaci però, nella loro verità, di tanta bellezza».

Laura Bispuri in Sardegna sul set di Figlia mia.

FEMMINILE E MASCHILE «Il film tiene in primo piano personaggi femminili, la scena è raccontata da tre punti di vista diversi (la figlia e le due mamme, nda) ma amo molto anche il personaggio del marito di Tina, la figura più positiva del film. Racconta un maschile diverso, lontano dal machismo, perché Umberto (interpretato da Michele Carboni, nda) è un uomo giusto e buono che ama e accudisce…».
LA POETICA «Tra le varie definizioni del mio cinema, due mi hanno particolarmente colpito e mi sono piaciute. Dicono che faccio un cinema fisico e, in effetti, anche in Figlia mia si vedono polvere, vento, terra, che un po’ sporcano l’immagine come i movimenti di macchina. E un’altra volta mi hanno detto che il mio sembra un realismo disegnato. Infatti cerco un equilibrio tra la realtà e quello che cerco di costruirvi, anzi disegnarvi sopra».

Ancora la piccola Sara Casu in una scena di Figlia mia.

LA PROTAGONISTA «Sara Casu ha undici anni, li ha festeggiati sul set proprio il giorno in cui giravamo la scena del compleanno di Vittoria, che ne compiva dieci. L’abbiamo cercata per otto mesi, durante i provini molte bambine scoppiavano a piangere, è stato faticoso trovare l’interprete giusta. Con lei è stato amore a prima vista, per i colori e la voce, per come rappresenta un’idea della Sardegna lontano dallo stereotipo. Ha messo in scena tecnica ed emozioni con un lavoro straordinario».
LA TECNICA «Uso la macchina a mano perché mi fa sentire a contatto con i personaggi. Non amo i piani sequenza in cui si nota la precisione dell’obiettivo, preferisco sporcarlo senza sottolineare il movimento. Lavorando molto sulla sceneggiatura cerco sempre di rispettarla anche se poi lascio agli attori la libertà di seguire il loro istinto. In questo caso ho stabilito con le interpreti un rapporto di sorellanza, in cui ci siamo messe a nudo con condivisioni profonde e senza filtri».

Figlia mia uscirà in sala il 22 febbraio. Ecco una clip in cui Alba Rohrwacher canta Questo amore non si tocca di Gianni Bella:

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