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La Visita | Sandra Milo, François Perier e la modernità di Antonio Pietrangeli

Mario Adorf e Gastone Moschin, il tema, l’universalità. In streaming su Rarovideo Channel

Sandra Milo è Pina in La Visita, un film di Antonio Pietrangeli del 1964
Sandra Milo è Pina in La Visita, un film di Antonio Pietrangeli del 1964

ROMA – Da un racconto di Carlo Cassola, il film segue l’incontro tra Pina, impiegata trentaseienne presso il consorzio agrario di un paese in riva al Po, e Adolfo, commesso quarantenne in una libreria di Roma. Si tratta del loro primo appuntamento. I due, conosciutisi per corrispondenza grazie ad un annuncio pubblicato da Pina su una rivista, stanno finalmente per conoscersi perché Adolfo è deciso a farle visita a Ferrara. Parte da qui La visita, un film dell’indimenticato Antonio Pietrangeli del 1964 (disponibile su Rarovideo Channel che trovate sia su Prime Video che su The Film Club). All’indomani, insomma, di quel La parmigiana con una Catherine Spaak formidabile, indipendente e irriverente, accolto con favori misti da critica e pubblico.

La visita, un film di Antonio Pietrangeli, fu presentato il 17 gennaio 1964
La visita, un film di Antonio Pietrangeli, fu presentato il 17 gennaio 1964

Qui invece troviamo la compianta Sandra Milo, che prima che musa eccezionale, amica e amante di Federico Fellini tra e Giulietta degli spiriti, di Pietrangeli fu ispirazione e agente scenico trascinante. Esordì in suo film infatti. Lo scapolo, del 1955, con un Alberto Sordi straordinario. Un sodalizio proseguito poi negli anni Sessanta con quella gemma di Adua e le compagne, la dimenticata (e folle) fanta-commedia Fantasmi a Roma e infine proprio La visita dove regala la sua performance più misurata, drammatica e vivace, colorata. Una commedia amara, al sapore agrodolce, sull’incontro di due solitudini: Pina (Milo) e Adolfo (François Perier). Due individui caratterialmente agli antipodi. Lei solare, dolce, amorevole e speranzosa, in contatto con la natura e gli animali.

Sandra Milo e François Perier ne La visita

Lui, invece, cinico, violento, intrusivo, manipolatorio, calcolatore e passivo-aggressivo. Due opposti, Pina e Adolfo, che si attraggono, si scrutano, si conoscono e infine si respingono in una (lunga) giornata di conoscenza che vede le gioie speranzose dei primi incontri – e quindi le attese e le sorprese – lasciare gradualmente posto alla disillusione, il freddo – se non perfino all’imbarazzo – di una coppia male assortita sin dal primo momento vissuto assieme. Su di essi Pietrangeli costruisce, tra transizioni colorite e costruzioni d’immagine ricercate, un La visita di portata universale e a più livelli, ora nel raccontare del contrasto tra il modo di vivere dell’Italia contadina con quello della metropoli e del Boom Economico, ora – in funzione dell’oggi – specchio dei veloci, liquidi e fugaci tempi relazionali della nostra epoca.

Sandra Milo e Mario Adorf in un momento de La visita
Sandra Milo e Mario Adorf in un momento de La visita

Un’esperienza, quella sul set de La visita, raccontata così dalla Milo: «Dovetti sopportare estenuanti sedute di trucco e parrucco per sembrare una zitellaccia non troppo piacente, mi fecero indossare un costume di scena dalla vistosa e scomoda imbottitura all’altezza del fondoschiena, girai in condizioni inimmaginabili ma queste due anime sole, non più giovanissime, entrambe in cerca di una sistemazione affettiva che scopriranno ben presto l’impossibilità di una vita in comune, offrono uno spaccato amaro dell’Italia contadina e di quella del boom economico tutta da riscoprire. Feci quattro film scritti e diretti dal grande Antonio Pietrangeli, uno dei pochi registi capace a quei tempi di descrivere l’universo femminile in ogni sua forma e di scrivere ruoli per attrici come protagoniste».

Una scena del film
Una scena del film

E in teoria, dopo La visita, il sodalizio sarebbe dovuto proseguire con Io la conoscevo bene. Il capolavoro assoluto di Pietrangeli, di cui l’autore assaporava già la realizzazione nel 1961 al termine di un’inchiesta che rivelò un intero sottobosco di modelle disilluse, costrette a tutto pur di raggiungere le luci della ribalta. Pietrangeli scrisse lo script con Ettore Scola e Ruggero Maccari immaginando proprio la Milo come protagonista. Il flop di Vanina Vanini di Roberto Rossellini, però, la rese una scelta rischiosa. Al suo posto quella Stefania Sandrelli in rampa di lancio dopo la doppietta Germi (Divorzio all’italiana/Sedotta e abbandonata), ma quella è tutta un’altra storia…

  • REVISIONI | Lo scapolo, Sordi, Pietrangeli e un (grande) film dimenticato
  • STORIE | Antonio Pietrangeli e la modernità di un regista da riscoprire
  • VIDEO | Qui per una clip del film 

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