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La Famiglia Savage | Philip Seymour Hoffman, Laura Linney e quel bel film dimenticato

Due grandi attori e una storia bellissima: ecco perché dovreste riscoprire il film di Tamara Jenkins

Laura Linney e Philip Seymour Hoffman in La Famiglia Savage
Laura Linney e Philip Seymour Hoffman in La Famiglia Savage

ROMA – Sì, viviamo nell’epoca delle visioni usa e getta, da accumulare velocemente sul divano, tra una distrazione e l’altra. Un modo di vedere e ascoltare che, purtroppo, sta facendo perdere di vista la meraviglia di immergersi in storie uniche. Come quella di La Famiglia Savage di Jon e Wendy, fratello e sorella, con un rapporto nullo e annoiati dalle proprie vite che rimbalzano tra Buffalo e New York. Ecco che, all’improvviso, ricevono una telefonata: la compagna del loro padre è deceduta e lui, anziano e con problemi caratteriali, è sprofondato nella demenza senile. Intenti a riprenderlo per portarlo in una casa di riposo, i due volano in Arizona, riempiendo le valige di pesanti rimorsi. Rincontrandosi dopo anni, Jon e Wendy faranno i conti con le parole non dette, trascinando la carrozzina del padre verso un futuro – ovviamente – scritto.

La Famiglia Savage
Laura Linney e Philip Seymour Hoffman sono Jon e Wendy.

E questa storia, semplice, bella e dimenticata (come spesso accade per molti film, fortuna che almeno c’è lo streaming per recuperarli) si apre sulle leggiadre note di I Don’t Want to Play In Your Yard, cantata da Peggy Lee, che accompagna appunto l’incipit dello straziante La Famiglia Savage, diretto e scritto nel 2007 da Tamara Jenkins (su Youtube e Apple TV+). Il film, e lo scriviamo con il cuore, è semplicemente bellissimo: grazie ad uno humour sussurrato, la narrazione diventa un percorso riempito di metafore visive e concettuali, spinto avanti – tra lacrime e sorrisi – da due personaggi imperfetti eppure ideali: sono svogliati e sono depressi, ma sono anche (e soprattutto) perfettamente umani.

Un’altra scena de La famiglia Savage.

Ad interpretarli due grandissimi interpreti: da una parte Philip Seymour Hoffman (e il suo monologo sulla morte, ascoltato oggi, fa venire i brividi vista la fine che lo attendeva), e dall’altra Laura Linney (che ricevette una nomination all’Oscar). Due fratelli che ne La Famiglia Savage compiono, nelle due ore scarse, una profonda catarsi, spostando l’attenzione dalla morte alla vita declinata come missione per il prossimo. Una storia delicata, quella scritta dalla Jenkins, capace poi di esplodere in un meraviglioso e commovente epilogo che, nella sua semplicità, riesce a racchiudere il senso della vita. Qualora ce ne fosse uno.

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