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La Caduta | Bruno Ganz, la Germania nazista e gli ultimi giorni di Hitler

Oliver Hirschbiegel ricostruisce gli ultimi dodici giorni del Führer vissuti nel fondo di un bunker

la caduta
Bruno Ganz in una scena de La Caduta - Gli ultimi giorni di Hitler

ROMA – Dodici anni in dodici giorni. L’orribile epopea di Hitler, il capitolo più terrificante della storia tedesca ed europea, è tutto racchiuso in quegli ultimi giorni di vita del Führer e del Reich vissuti nel fondo di un bunker. Dal 20 aprile 1945 – l’ultimo compleanno di Hitler – al 2 maggio del 1945 – giorno della resa tedesca. La storia di quegli eventi tragici viene narrata dalla giovanissima Traudl Junge, la segretaria di Hitler, che rimase vicina a lui e al suo più ristretto gruppo di uomini vivendo insieme nel bunker i giorni della fine. Mentre sopra la Germania brucia e Berlino è ridotta a un cumulo di macerie, nel rifugio si consumano le ultime farneticazioni di un criminale nazista, le follie finali di un pugno di uomini rimasti ciecamente al suo servizio. Una pagina di Storia raccontata ne La Caduta – Gli ultimi giorni di Hitler.

La Caduta - Gli ultimi giorni di Hitler
Una scena de La Caduta – Gli ultimi giorni di Hitler

Quando il produttore Bernd Eichinger ha letto le bozze di Der Untergang (The Downfall: Inside Hitler’s Bunker, The Last Days of the Third Reich) dello storico Joachim Fest, ha capito di aver trovato la chiave drammatica per il film che desiderava realizzare da anni. Il libro di Fest concentrava l’attenzione sugli ultimi giorni del Reich e il produttore ha visto i dodici anni dell’orribile epopea di Hitler e del suo popolo riflessi in quegli ultimi dodici giorni all’interno del bunker. «Quegli ultimi giorni ci dicono molto su come funzionava il fanatismo di massa nei primi anni del regime e come è continuato fino alla fine», ha raccontato Eichinger. Nello stesso periodo, Eichinger ha letto un altro libro molto importante, le memorie di Traudl Junge, la segretaria privata di Hitler, Until the Final Hour: Hitler’s Last Secretary. «Fest mi ha dato la cornice temporale, Traudl Junge il personaggio su cui imperniare gli avvenimenti».

Una scena del film

La Caduta è il primo film tedesco ad affrontare il personaggio di Hitler dopo quello di G. W. Pabst del 1956, Der Letste Akt, che era raccontato dal punto di vista di un semplice soldato tedesco, interpretato da Oskar Werner. Il regista del film, Oliver Hirschbiegel, ha affermato: «In termini di cinema tedesco, stiamo iniziando un lavoro del tutto nuovo, non ci sono punti di riferimento cinematografici. Dopo aver letto il libro, era chiaro che se mi fossi impegnato, sarebbe stato un impegno totale e completo, il che significava che avrei dovuto passare due anni della mia vita nel Terzo Reich, con quei personaggi e quell’ideologia primitiva… Mi si sono rizzati i capelli. Mia moglie mi sconsigliava. Poi mi sono accorto che ci pensavo sempre e nel mio cuore, ancor prima di accettare il progetto, ho sentito che ero pronto».

La Caduta - Gli ultimi giorni di Hitler
Bruno Ganz e Juliane Köhler in una scena de La Caduta – Gli ultimi giorni di Hitler

Hirschbiegel ha voluto subito Bruno Ganz per il ruolo di Hitler e ha inviato all’attore la sceneggiatura e una copia del libro di Joachim Fest. Ganz aveva visto la pellicola di Pabst, in cui il ruolo di Hitler era interpretato dall’attore di teatro Albin Skida. Il film lo aveva convinto che era veramente possibile interpretare il dittatore. «In genere cerchi le discrepanze con l’originale, ma quella performance aveva una vita sua e io guardando quell’Hitler ho pensato che non era una parodia, era recitazione. E’ possibile avvicinarsi a quell’orribile essere che era Hitler attraverso la fantasia e l’interpretazione. Per me è stato fondamentale capire che era possibile». Eichinger ricorda che durante i provini a Monaco, «Bruno era piuttosto preoccupato, quindi gli suggerii di provare con il trucco e funzionò. Quando entrò truccato e con indosso il costume, l’effetto fu così sbalorditivo che tutta la troupe fu ammutolita. Dopo avergli mostrato i provini disse, con un pizzico di riluttanza svizzera: “Si, credo che dovrei farlo”».

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Alexandra Maria Lara è Traudl Junge

Per Alexandra Maria Lara, che interpreta Traudl Junge, la segretaria di Hitler, è stata una questione di comprensione. «Ho cercato di immaginare come questa giovane donna possa aver vissuto quei lugubri ultimi giorni di guerra. E cosa deve essere stato per lei prendere lentamente coscienza dell’incubo spaventoso in cui viveva, lei, che aveva ammirato il suo capo e lo venerava come ‘amico paterno’! Potevo capire Traudl? Dovevo capirla, se volevo interpretarla. Ma con un soggetto così complesso era una domanda difficile cui rispondere. E’ stato affascinante avere a che fare con questa donna e con il mio ruolo e osservare con occhi questo terribile capitolo della storia tedesca, con le mie domande e le mie idee. Un tale approccio fa sorgere domande e questo è un bene. Nel suo libro Traudl Junge afferma che la giovinezza non è una scusante e che se non sapeva niente dello sterminio degli Ebrei è perché non voleva saperlo. Non tenta di evitare le responsabilità e, dopo la guerra, non si è mai sentita innocente. Rispetto Traudl Junge, è stata capace di confrontarsi con se stessa e di cambiare».

Una scena de La Caduta – Gli ultimi giorni di Hitler

Nei Bavaria Studios di Monaco è stata ricostruita una replica perfetta del bunker. Il cast e la troupe hanno trascorso settimane all’interno del claustrofobico bunker, arredato esattamente come quello reale. Bernd Lepel, lo scenografo, ha raccontato: «Non c’era spazio per la fantasia o per una libera interpretazione. Il nostro obiettivo era l’autenticità e ci siamo riusciti. Il bunker era veramente opprimente, era stato costruito senza nemmeno lo spazio per far muovere la macchina da presa, che è stata quasi sempre portata a mano. Abbiamo usato solo fonti di luce naturale, perché avevamo un soffitto fisso, senza grandi impalcature. Abbiamo voluto che il pubblico sentisse la claustrofobia fetida del bunker».

Una scena de La Caduta – Gli ultimi giorni di Hitler

«Abbiamo voluto girare questo film in tedesco con attori tedeschi e un regista tedesco. Il regime nazista e la Seconda Guerra mondiale sono certamente gli eventi più oscuri e traumatici della storia della Germania. La mia generazione è nata dopo la guerra, ma ovviamente è anche la nostra storia e dobbiamo occuparcene», ha sottolineato Eichinger, «Credo sia giunto il momento che i registi tedeschi abbiano il coraggio di portare questo materiale sullo schermo. Significherebbe ricordare alle nuove generazioni che l’intolleranza, il razzismo e il fanatismo trascinano inesorabilmente nell’abisso».

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