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HOT CORN LIBRARY | James Ellroy e quella scia di delitti tra cinema e libri

L.A. Confidential? Sì, ma non solo. Ecco tutti i film tratti dai libri e racconti di un grande autore

James Ellroy,
James Ellroy, pseudonimo di Lee Earle Ellroy, classe 1948.

MILANO – Nuova puntata, nuovo capitolo della nostra rubrica Hot Corn Library con cui potremo continuare per mesi. Questa volta ecco spuntare tra le righe James Ellroy, all’anagrafe Lee Earle Ellroy, nato il 4 marzo 1948, a Los Angeles. E fin qui tutto bene. I problemi veri? Iniziano dieci anni dopo, nel 1958, quando la madre viene assassinata ad El Monte, California, dove lui e lei si erano trasferiti in seguito alla separazione dal padre. Il delitto? Rimane irrisolto, il colpevole mai trovato. Solo sangue e molti dubbi. Da questo evento traumatico inizia – nemmeno a dirlo – il percorso di uno dei più grandi scrittori viventi che ha da poco compiuto 76 anni. Una vita randagia, fatta di abusi e di un morboso interesse verso quel male, il Male, che permea nel profondo la parte più oscura della sua Los Angeles. Il mondo di Hollywood, dello star system e dei vizi capitali, benzina che alimenta show business. E il crimine, ovviamente.

James Cromwell, Guy Pearce, Russell Crowe e Kevin Spacey in L.A. Confidential, dal libro omonimo

Nei pensieri di Ellroy il delitto di sua madre e quello di Elizabeth Short alias Dalia Nera, uno degli eventi di cronaca nera più terribili del primo Dopoguerra americano, si sovrappongono continuamente. Fino a mescolarsi. Del secondo delitto – avvenuto il 15 gennaio 1947 – scriverà nel 1987 in Dalia Nera, appunto, uno dei capolavori della tetralogia di Los Angeles, mentre del primo caso ne tratterà in Clandestino, datato 1982. Leggere i romanzi di Ellroy però non significa solo banalmente leggere, ma fare un giro allo zoo, in una galleria di difetti e brutture umane. Zio Jimmy ti prende per mano e ti porta a vedere le bestie, ti mostra la loro natura e gli istinti che guidano le loro azioni, giorno dopo giorno. C’è solo un problema: che le bestie nelle gabbie siamo noi. Sono gli uomini, non gli animali.

Josh Hartnett e Scarlett Johansson in Black Dahlia, tratto da Dalia Nera (Mondadori)

Ellroy solleva il velo ipocrita dei valori e dei principi etici, per mostrarci la realtà per quello che è: caos e volontà. Nient’altro. Desideri violenti e irrazionali sono alla base della natura dei singoli e determinano le loro scelte, ogni azione è guidata dalla forza di volontà con cui ognuno persegue la realizzazione dei propri desideri. La somma di volontà e azioni determinano gli eventi e la storia. In questo contesto caotico anche la battaglia tra il bene e il male, tra polizia e crimine non è altro che un’etichetta di facciata, mentre il male si combatte con il male, il fuoco con il fuoco. Non c’è altro. Personaggi reali e inventati si mescolano così in un intreccio dal respiro grande quanto Los Angeles e quanto gli Stati Uniti, la cornice in cui le parole di Ellroy prendono forma e vita.

Kurt Russell in Indagini sporche, tratto da un racconto di Ellroy

La scrittura di Ellroy porta i lettori dentro le sue ossessioni e lo fa in un modo così visivamente nitido che il cinema ne ha ovviamente beneficiato con successo e, in fondo, lo schermo non poteva che essere la destinazione perfetta per quelle pagine perché leggere Ellroy è già come vedere un film. Dalla Tetralogia di Los Angeles sono tratti L.A. Confidential (1997), con Russell Crowe, Kevin Spacey e Oscar a Kim Basinger, e The Black Dahlia (2006) di Brian De Palma con Scarlett Johansson. Due grandi dark crime moderni. A questi capolavori si aggiungono numerosi titoli tratti dai suoi libri o racconti, vedi Indagine ad alto rischio (1988) con James Woods, Brown’s Requiem (tratto da Prega detective), Stay Clean e Indagini sporche con Kurt Russell.

James Woods in Indagine ad alto rischio, tratto da Le strade dell’innocenza (Mondadori)

La Trilogia Americana è troppo ampia in termini temporali e profonda per gli intrecci tra personaggi da poter essere tradotta in film (forse una serie?). Sarebbe bello vedere sullo schermo Pete Bondurant di American Tabloid, un uomo della CIA che fa quello che va fatto, uno dei tasselli del caos che contribuisce con le proprie scelte e azioni a preparare il terreno per l’omicidio Kennedy. Un libro che porta i lettori a fare un giro in elicottero sopra la sceneggiatura di JFK di Oliver Stone con Kevin Costner (1991), regalando una visione d’insieme da far venire le vertigini e il voltastomaco.

Michael Rooker in Brown’s Requiem tratto dal debutto di Ellroy: Prega detective (Mondadori)

La lista continua, per chi vuole scoprire altri titoli, cercate di non perdere soprattutto La notte non aspetta diretto da un regista solido come David Ayer e con protagonista assoluto Keanu Reeves perso in un film tratto da un racconto breve di Ellroy e ispirato – addirittura – al caso O.J. Simpson. Potete vederlo in streaming su Disney+ dopo un percorso distributivo un po’ contorto. Attenzione poi perché c’è anche il notevole Rampart con Woody Harrelson, arrivato ora in flat su Prime Video. Diretto da un ottimo regista come Oren Moverman e sceneggiato proprio dallo stesso Ellroy che centra tutto su Dave Brown (Harrelson), veterano del Vietnam che lavora in una divisione del Los Angeles Police Department finita più volte al centro di casi di corruzione. Cast strepitoso: oltre a Harrelson, ecco anche Steve Buscemi, Brie Larson, Ice Cube, Sigourney Weaver, Robin Wright e la compianta Anne Heche.

Woody Harrelson in Rampart, da un racconto breve di James Ellroy.

Per chi però non ne ha (ancora) abbastanza di pagine e film e vuole continuare ad immergersi in modo diretto nelle visioni di Ellroy c’è anche un impressionante e terribile libro fotografico: Un anno al vetriolo, 1953 LAPD. Dopo un lavoro d’archivio durato anni, nel libro Ellroy commenta, come solo lui sa fare, le foto originali di alcuni crimini registrati nel 1953 dal dipartimento di polizia di Los Angeles. Foto vere, crude, in cui c’è tutto il suo immaginario e il suo potente linguaggio. Un modo diverso per fare un tuffo nelle ossessioni di un genio che dal cinema ha sempre preso come dimostrano i suoi noir preferiti, tra cui elenca Viale del tramonto di Billy Wilder, Crimine silenzioso di Don Siegel (una chicca), e La fiamma del peccato, ancora di Wilder, e il poco noto Egli camminava nella notte di Alfred L. Werker, film basato sulle gesta di Erwin Walker, soprannominato “Machine Gun”, ex veterano della Seconda guerra mondiale ed dipendente del Dipartimento di polizia di Los Angeles che si rese protagonista di diversi atti criminali tra il 1945 e il 1946. E sembra già un libro di Ellroy, no?

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