LOCARNO – Un incontro tra madre e figlio che prende pieghe inaspettate, lo sfondo di un monologo che incalza e tiene alto il ritmo, i colori tipici di un regista vivace, libero, espressivo. Il protagonista è Jacopo Olmo Antinori – da sempre grande amico di Hot Corn – mentre il cortometraggio è My Mother is a Saint, scritto e diretto dal regista greco Syllas Tzoumerkas. Lo abbiamo visto a Locarno nella sezione Pardi Di Domani e – proprio in occasione del festival – abbiamo incontrato Jacopo a pochi passi dalla piazza Grande per farci raccontare la genesi e l’evoluzione di un progetto originale e moderno. Ma non solo…
IL SET IN GRECIA – «Oltre al lavoro e per il luogo in cui abbiamo girato, My Mother is a Saint è stata un’esperienza particolare, nata all’interno di un festival del cinema organizzato in una piccola città greca, fuori Atene. Un lavoro indipendente ma allo stesso tempo di altissimo livello. Syllas è non solo un regista affermato, ma un uomo di grandissima caratura, lo stesso posso dire per Angeliki Papoulia, l’attrice, che è letteralmente un’istituzione in Grecia. Direi che è stato bello fare un’esperienza che unisse questi due aspetti, da una parte una produzione molto diretta, una troupe piccolissima – girare per strada, girare velocemente – e dall’altra invece un’esperienza con dei grandi professionisti di un Paese che non è il mio ma che ci è molto più vicino ci quanto si pensi’’.
IL MONOLOGO – «Abbiamo lavorato in un modo molto aperto, per la natura stessa del corto. Il lavoro che ho fatto io è stato molto sul testo, perché fondamentalmente nel corto io ho un lungo monologo, scritto interamente da Syllas. Abbiamo lavorato molto di immaginazione, un lungo lavoro insieme di tessitura delle immagini del monologo. Lui fa questo tipo di cinema un po’ a stile libero, diverso da quello a cui siamo abituati noi in Italia, anche nel cinema indipendente. Il nostro è un cinema più strutturato, più fondato anche narrativamente…».
IO E BERNARDO – «Mi diverte che quella su Bertolucci sia una domanda che mi fanno ciclicamente. Spero di portarmela avanti per il resto della mia carriera, significa che è andata avanti a lungo. Più passa il tempo e più mi accorgo delle cose che ho imparato con l’esperienza su quel film, su quel set con Bernardo (Io e Te con Tea Falco, era il 2012, nda). Per me è come se fosse stata una formazione completa, compressa ma allo stesso tempo dilazionata nel tempo. Ogni volta che cerco di approcciarmi a qualcosa di nuovo, di diverso nella mia carriera, ho sempre la possibilità di tornare indietro a vari aspetti di quello che ho fatto lì. Quindi è difficile scegliere una cosa che mi porto ancora oggi. Sicuramente su quel set ho imparato a essere un professionista, come attore e in generale nel cinema, ma più vado avanti più scopro cose che mi sono e sono state utili».
LOCARNO – «Com’è andata a Locarno? Bene, mi sono emozionato e divertito. Ogni volta che scopro un festival diverso, che ho l’occasione e il privilegio di essere invitato è sempre divertente. Sono molto contento devo dire, c’è stata un’atmosfera rilassata, tranquilla, poco glamour, che secondo me è un pregio di questo festival nella dimensione in cui vive. Trovo che sia una rassegna vicina alle persone, fatta per le persone che vanno al cinema, e questa è una cosa sicuramente positiva…».
- VIDEO | Qui il teaser di My Mother Is A Saint:
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