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Io vivo altrove! | Giuseppe Battiston, Flaubert e una commedia da non perdere

Un’amicizia pura, un cast che funziona, due attori in stato di grazia. Ecco perché dovreste vederlo

Io Vivo Altrove!
Rolando Ravello e Giuseppe Battiston in una scena de Io Vivo Altrove!

ROMA – Biasutti e Perbellini hanno lo stesso nome, Fausto. Entrambi odiano la vita nella grande città. Si conoscono per caso durante una gita per fotoamatori, perdono l’autobus, diventano amici e iniziano a coltivare insieme il sogno di andare a vivere in campagna mantenendosi con il frutto delle proprie fatiche, senza dipendere più da nessuno. Quando Biasutti (Giuseppe Battiston) eredita la vecchia casa della nonna a Valvana, sulle colline del Nord Est, il sogno può finalmente diventare realtà per lui e per Perbellini (Rolando Ravello). L’accoglienza in paese, però, si dimostrerà (molto) meno calorosa del previsto. Questa la sinossi di Io vivo altrove! con Giuseppe Battiston che, nelle doppie vesti di interprete e regista alla sua prima volta, si regala un notevole esordio dietro la macchina da presa nel segno di Gustave Flaubert.

Io Vivo Altrove
Rolando Ravello e Giuseppe Battiston sul set.

Perché Io vivo altrove!, prodotto da Rosamont, Rai Cinema, Staragara in collaborazione con Minimum Fax Media e Tucker Film, parte da ambiziose premesse artistiche. Lo script infatti, firmato a quattro mani dallo stesso Battiston e Marco Pettenello, è una libera rielaborazione dell’incompiuto Bouvard et Pécuchet scritto da Flaubert nel 1881 all’indomani della Comune di Parigi («La marea che rischiava di trascinare tutto davanti a sé»), parole che raccontavano di due uomini, due copisti, arricchiti dagli stessi interessi e accomunati dalla medesima passione per l’agricoltura. Un’eredità improvvisa consentiva loro di cambiare vista e di trasferirsi dalla caotica Parigi in una fattoria a Calvados vicino a Caen. Ben presto però i due si riveleranno incapaci di gestire le difficoltà della nuova occupazione.

Diane Fleri in una scena di Io vivo altrove!
Diane Fleri nel ruolo della farmacista francese.

Battiston parte da qui con Io vivo altrove!, dal rielaborare le intenzioni di Flaubert sotto nuova forma: «Flaubert nel suo libro faceva una critica al sapere enciclopedico. Noi abbiamo invece pensato che i due protagonisti potessero essere due eroi della positività, della voglia di partecipazione e riscatto». Asciugando del tutto la componente critica flaubertiana – feroce invettiva sull’erudizione maldestra e dilettantesca – e accomunando i due uomini da affinità elettive e di desiderio più che di mestiere (un bibliotecario e un perito elettrotecnico), Battiston si muove nel campo del sereno vivere nei tempi moderni raccontando con ironia, leggerezza e spruzzate di umorismo vivace, elegante e mai banale di questi due uomini: «Fausto e Fausto, uomini che non vedono il male e le storture del mondo che li circonda. Li abbiamo voluti far muovere spinti da un desiderio di stare meglio»

Il primo, casuale, incontro tra Fausto e Fausto.

E se Battiston e Ravello (in una prova attoriale davvero fantastica con basette e camminata dimessa) sono il centro del racconto (guardare e riguardare la scena dell’eco per capire), attorno a loro non c’è una sola faccia sbagliata dal casting, dal prete Teco Celio alla farmacista Diane Fleri, e poi la cattiva Ariella Reggio, Alfonso Santagata, Giovanni Franzoni, Roberto Abbiati, Roberto Citran e il suo trattore, Claudia Della Seta, la madre tanguera Ida Marinelli ed Evelina Meghnagi. Sceneggiatura solida, ritmo sempre alto e nessuna caduta per una commedia agrodolce che riflette e fa riflettere risultando sempre credibile e capace di far ridere e commuovere nell’arco di pochi minuti, tra mona, mirtilli e luci che proprio non vogliono saperne di funzionare («è fioca, fioca»).

Io vivo altrove
La prova della birra…

E quindi cos’è Io vivo altrove? Un’opera disincantata e poetica, sincera e buona alla maniera del cinema di Frank Capra, che nella semplicità di intenti di un’amicizia pura, salvifica e priva di secondi fini – più forte di imprevisti e incomprensioni – ci ricorda l’importanza di sapersi fidare, se non perfino donare all’altro in maniera incondizionata (il fienile) e non andarsene quando tutto diventa difficile. Un’opera preziosa – in cui si possono vedere anche le lezioni dei suoi amati registi Carlo Mazzacurati e Silvio Soldini – dove l’incompiuto letterario diventa compiuto cinematografico, svelandoci un Battiston regista davvero eccezionale e brillante tanto quanto il suo essere interprete. Cercatelo e consigliatelo, ne vale davvero la pena.

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Qui sotto potete vedere il trailer del film: 

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