ROMA – All’inizio fu Francesco Maselli, con Il compagno: era il 1999 e da lì la carriera di Sabrina Impacciatore comincia, proseguendo poi per una serie di autori importanti del panorama italiano, da Ettore Scola a Paolo Virzì, da Edoardo Leo a Paolo Genovese, fino alla partecipazione, nel 2004, all’epopea religiosa de La Passione di Cristo di Mel Gibson. E, a diciassette anni da L’ultimo bacio, l’anno scorso Gabriele Muccino è tornato a dirigerla in A casa tutti bene. Così, dalla sua passione per Anna Magnani ai consigli cinematografici per i lettori di Hot Corn, la Impacciatore ci parla dei suoi gusti cinematografici nella nostra rubrica Io & il cinema.

IL MIO FILM PREFERITO «È difficile dirlo, perché ce ne sono tantissimi! Il mio rapporto con il cinema è profondo e viscerale, l’arte mi sostiene nella vita e mi accompagna fin da bambina. Direi, dunque, C’era una volta in America di Sergio Leone: non mi stanco mai di vederlo e rivederlo. È la perfezione totale: costumi, ambientazioni, recitazione, regia, colonna sonora, atmosfere. Un vero matrimonio artistico tra tutte le voci che lo compongono».
IL PRIMO RICORDO CINEMATOGRAFICO «Dunque, vediamo: ricordo di aver visto Zorro di Duccio Tessari davvero da piccolissima, ero una bambina. Mi tornano in mente gli occhi di quest’uomo uomo dietro una maschera nera sul grande schermo. Io guardavo lui e Alain Delon guardava me. Un colpo di fulmine».
LA TUA ICONA CINEMATOGRAFICA «Questa è facile perché sono letteralmente cresciuta con Anna Magnani. Per me Bellissima di Luchino Visconti è uno dei film più belli che abbia mai visto. In assoluto».
IL MIO FILM PREFERITO «Eva contro Eva, perché Bette Davis rimane una delle mie attrici preferite, ma recentemente ho apprezzato molto La Favorita. Le interpretazioni sono stupefacenti, lo dico da malata di recitazione. Olivia Colman si è spinta oltre per quel ruolo: è bellissima, repellente, fragile, sadica, tenerissima, struggente, tutto in una volta sola. È un’attrice di una profondità e di un’armonia uniche e ha fatto confluire tutto questo nel personaggio, rendendolo indimenticabile. Dico però che un’attrice con quella fisicità qui in Italia non l’avrebbero mai fatta lavorare: sarebbe rimasta a casa a fare la casalinga».
IL FILM CHE CONSIGLI AI LETTORI DI HOT CORN «Da poco ho recuperato Train to Busan, credo lo conoscano solo i cultori dell’horror. È un film coreano, non molto conosciuto dal grande pubblico. Di italiano invece consiglio In viaggio con Adele di Alessandro Capitani, un piccolo gioiellino. Sarebbe bello se opere così fossero sostenute di più, come anche Due piccoli italiani di Paolo Sassanelli».
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