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Il Sesto Senso | Bruce Willis e i venticinque anni del capolavoro di Shyamalan

La genesi, Haley Joel Osment e Toni Collette, e quella guerra per gli incassi: Riscoprire un cult

Haley Joel Osment, Bruce Willis e il cuore di Il Sesto Senso, un film di M. Night Shyamalan del 1999
Haley Joel Osment, Bruce Willis e il cuore di Il Sesto Senso, un film di M. Night Shyamalan del 1999

ROMA – Chi è cresciuto in quegli anni lo sa già, chi non c’era (forse), ne ha già sentito parlare, ma non ci fu film più analizzato e chiacchierato de Il Sesto Senso di M. Night Shyamalan nel 1999. Da quel 2 agosto in cui il film fu presentato in anteprima mondiale in Pennsylvania dalla Buena Vista Pictures Distribution, tutto il mondo fu come ipnotizzato e travolto dall’opera terza del regista nativo di Mahé. A partire dall’agente scenico principe con il volto-e-corpo di quel Bruce Willis per cui Shyamalan scrisse il ruolo dello psichiatra infantile Malcolm Crowe immaginandolo con le sue fattezze. E all’epoca Willis era un’assoluta star planetaria del cinema action. Erano, non a caso, gli anni di Pulp Fiction, Die Hard – Duri a Morire, L’esercito delle 12 scimmie, Il quinto elemento e The Jackal. C’era molta curiosità intorno al suo casting in un thriller psicologico.

«Vedo la gente morta...»
«Vedo la gente morta…»

Un ruolo, in verità, arrivato gioco-forza. Fu il secondo dei tre film (il primo fu Armageddon di Michael Bay, il terzo Faccia a faccia di Jon Turteltaub) a cui Willis fu costretto a prendere parte dopo che fece vivere un autentico inferno a tutti sul set di Broadway Brawler. Una commedia romantico-sportiva in stile Jerry Maguire che avrebbe visto Willis dividere la scena con Maura Tierney. Usiamo il condizionale perché quel film, in verità, non ha mai visto il buio della sala cinematografica. Dopo due anni di pre-produzione, la lavorazione del film fu bruscamente interrotta dopo appena venti giorni di riprese e 28 milioni di dollari spesi del budget stanziato. Sembrerebbe che Willis – che figurava anche come produttore – fosse parecchio insoddisfatto della troupe, al punto da arrivare a licenziarli tutti: il DoP (William A. Fraker), la costumista (Carol Oditz) e il regista (Lee Grant).

Il Sesto Senso di M. Night Shyamalan fu presentato in terra statunitense il 2 agosto 1999
Il Sesto Senso di M. Night Shyamalan fu presentato in terra statunitense il 2 agosto 1999

Quindi proprio Il Sesto Senso in modo da far rientrare la Disney dell’investimento perduto – oltre che evitare una potenziale causa milionaria – dove accettò di prendervi parte per la cifra di 10 milioni di dollari (metà esatta del suo cachet all’epoca) regalandosi una performance straordinaria, forse la più riuscita di tutta la carriera, in cui dosare mestiere, fragilità, tenacia e quella mimica irresistibile che ha finito con il renderlo il Bruce Willis che abbiamo imparato ad amare lungo una carriera quarantennale francamente invidiabile nei suoi alti e bassi. Grande merito anche alla rivelazione Haley Joel Osment nei panni del giovane Cole Sear, qui tratteggiato di una caratterizzazione in bilico tra lo schizofrenico e il demonico: «Questo cherubino, questo ragazzo davvero dolce, biondo, aveva centrato in pieno la vulnerabilità e il bisogno di Cole in un modo che era incredibile a vedersi» disse Shyamalan di lui.

Bruce Willis e Haley Joel Osment in una scena de Il Sesto Senso
Bruce Willis e Haley Joel Osment in una scena de Il Sesto Senso

Su di loro e la dinamica relazionale Malcolm-Cole, Shyamalan costruisce la narrazione di un Il Sesto Senso come storia extrasensoriale di fantasmi e di abusi, di dolore, enigmi e silenzi, percorsa di un’ambiguità strutturale che vive in ogni scambio dialogico, ogni azione scenica, ogni evento solo apparentemente incoerente. Ed è lì che cresce il cuore del racconto, avvolgendo l’intreccio di immagini dalla costruzione ricercata ed evocativa dalla regia veloce in continuo dialogo tra vita e morte dove il rosso fa da padrone. Questo sino alla rivelazione del climax che de Il Sesto Senso è grande chiarificatore e appianamento dei sensi, ma è un enigma alla luce del sole quello intessuto da Shyamalan. Sta tutto lì, sotto l’occhio dello spettatore, eppure opportunamente camuffato da una direzione di attori magistrale che ha finito con il rendere la terza regia di Shyamalan un autentico instant-cult.

Toni Collette in un momento de Il Sesto Senso
Toni Collette in un momento del film

D’altronde non sarebbe potuto essere altrimenti per un progetto pitchato dallo stesso Shyamalan come il punto d’incontro filmico tra L’Esorcista e Gente comune. Era uno spec-script quello de Il Sesto Senso, ispirato da un episodio del serial canadese Hai paura del buio? dal titolo La Ragazza del Sogno dall’inerzia narrativa similare. Messo in vendita dal produttore e intermediario Barry Mandel per la cifra non indifferente di 3 milioni di dollari con tanto di clausola che avrebbe visto solo e soltanto Shyamalan dietro la macchina da presa, il concept attirò da subito l’attenzione dell’allora presidente della Disney, David E. Vogel, che acquistò lo spec-script per una cifra di poco superiore ai 2 milioni di dollari senza l’approvazione del consiglio direttivo. Fu una mossa necessaria. In caso contrario il film sarebbe diventato una produzione della New Line Pictures, anche lei fortemente interessata a Shyamalan e al suo Il Sesto Senso.

«Stanley Tartaglia!»
«Stanley Tartaglia!»

Le cose presero da subito una piega pessima perché Willis, in teoria – non contento di quanto successo sul set di Broadway Brawler – avrebbe voluto anche dirigere oltre che prendere parte a Il Sesto Senso, facendo così schizzare alle stelle il budget. Immaginate la sorpresa del consiglio direttivo della Disney – e dello stesso Willis – quando scoprirono che non avrebbero avuto come licenziare Shyamalan per via delle condizioni contrattuali accettate in blocco da Vogel. Si rifecero su di lui. L’allora CEO della Disney, Michael Eisner, nominò uno dei suoi luogotenenti, Peter Schneider della divisione Live Action, di supervisionare il progetto in modo da ridurre il potere di Vogel e infine costringerlo alla dimissioni. Cosa che effettivamente fece due settimane dopo, nel pieno della lavorazione, con tanto di telefonata a Eisner: «Ti ho lasciato quello che sarà uno dei più grandi film della Disney», per poi riagganciare.

Nei cinema italiani il film è stato distribuito il 29 ottobre 1999
Nei cinema italiani il film è stato distribuito il 29 ottobre 1999

Prodotto con un budget di poco più di 35 milioni di dollari, Il Sesto Senso (su Prime Video e Apple TV+) incassò a livello globale una cifra di poco superiore a 672 milioni di dollari. Un successo clamoroso per la Disney, direte voi, e invece no! Perché pur di non dare soddisfazione a Vogel e la sua intuizione produttiva non-autorizzata, Eisner diede mandato al produttore di Joe Roth di cedere la totalità degli incassi world-wide del film alla Spyglass Entertainment (oggi chiamata Spyglass Media Group) in co-produzione accontentandosi di una misera commissione di distribuzione del 12,5% dei guadagni. L’inizio di un altro viaggio produttivo straordinario che vedrà la Spyglass in co-produzione di alcuni dei più grandi film degli anni Duemila. Uno su tutti? Unbreakable – Il predestinato con ancora la coppia Shyamalan e Willis sugli scudi, ma quella è tutta un’altra storia…

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