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Il Richiamo della Foresta | Harrison Ford, Jack London e quel mito senza fine

Un romanzo del 1903, quel cane, la controfigura: dietro le quinte del film, ora su Disney+

Il Richiamo della Foresta
Il Richiamo della Foresta: Harrison Ford e il fidato Buck in una scena.

ROMA – Una vecchia leggenda, un romanzo decisamente iconico e un cane dal cuore d’oro. Per la dodicesima volta nella storia, Il Richiamo della Foresta, tratto dal famoso libro di Jack London, è stato portato sul grande schermo qualche anno fa, nel 2020. Un viaggio in bilico tra cinema e letteratura iniziato oltre cento anni fa visto che la prima versione fu addirittura nel 1923, mentre nel 1935 arrivò Clark Gable a interpretare il rude Jack Thornton. Questa volta, a dirigerlo, ecco Chris Sanders – di cui abbiamo amato Il robot selvaggio, cartoon uscito qualche mese fa – tra live action e animazione, utilizzando effetti visivi e tecniche di animazione all’avanguardia per trasformare gli animali del film in personaggi completamente fotorealistici e autentici a livello emozionale. Al loro fianco, ecco il cast di attori, da Harrison Ford – perfetto nella parte di Thornton – a Omar Sy fino a Dan Stevens e Cara Gee.

Il richiamo della foresta

Protagonista assoluto, il cane Buck, la cui vita viene sconvolta quando viene portato via dalla California e trapiantato nel selvaggio Yukon canadese. È il 1890, la Corsa all’Oro è al suo apice, e cani come lui sono perfetti per trainare le slitte. Qui, inizierà la sua avventura: prima sfruttato da uno spregevole viaggiatore, poi salvato dall’eremita John Thornton – interpretato appunto da Harrison Ford – con cui condividerà momenti indimenticabili. Prima della sua pubblicazione nel 1903, la saga d’avventura di Jack London incentrata su un cane di nome Buck fu pubblicata a puntate sulla rivista The Saturday Evening Post e poi tradotto in 47 lingue, diventando un esempio duraturo della letteratura classica americana. La cosa buffa fu che nonostante il libro poi abbia venduto oltre 6 milioni di copie, London venne pagato pochissimo.

Omar Sy nel ruolo di Perrault in una scena.

Epica, nobile e commovente – ma mai fiabesca – l’epopea del cane Buck, se osservata da vicino, assomiglia ad un vero e proprio romanzo di formazione, universale e senza tempo. «Il Richiamo della Foresta è completamente incentrato su un personaggio costretto ad affrontare eventi inaspettati», ha spiegato il regista, Chris Sanders. «Tutti noi sappiamo che la vita può riservare degli imprevisti. Le sfide inaspettate possono distruggerti o fortificarti, e questo è quello che accade a Buck. Non si limita a sopravvivere: riesce ad avere la meglio, mantenendo comunque intatto il suo carattere gentile. Raffigura ciò che tutti noi dobbiamo affrontare nella vita. Saremo sempre costretti a fare i conti con l’incertezza, con tanti cambiamenti inaspettati e altre cose di questo tipo».

Il richiamo della foresta
Una coppia a mollo? Buck e Harrison Ford

Ma come è stato realizzato Buck? Ryan Stafford e Erik Nash si sono occupati degli effetti visivi: prima il progetto era guidato dalla CGI, poi è stato scelto un approccio ibrido. Così, dietro Buck, non c’è un cane, bensì l’ex acrobata del Cirque du Soleil – e tra i migliori coreografi del cinema – Terry Notary, capace incredibilmente sia di interpretare l’emotività di Buck, sia i movimenti tipici di un cane studiati per giorni da Notary, finendo poi per replicare movenze e comportamenti. Il resto, poi è stato fatto da un cane vero: per Jack London, Buck era infatti un incrocio tra un San Bernardo e un cane pastore scozzese. Difficile trovarne uno. Almeno fino quando Jessica, moglie del regista, ne ha scovato uno su PetFinder, identico a quello che aveva in mente London.

Il richiamo della foresta
Il cane Buck? Più o meno. Ecco l’effetto speciale…

Andò subito in Kansas, dove il cane di nome Buckley (un caso?) era in un rifugio. Lì, fu amore: adottato per 25 dollari, Buckley si unì alla troupe, scansionato in rendering e diventando, di fatto, il protagonista. E per Harrison Ford, amante da sempre dei cani – come potete ascoltare nella nostra intervista qui sotto da Los Angeles – la sfida sul set de Il Richiamo della Foresta è stata decisamente fuori dal comune: «Uno dei dettagli più interessanti della realizzazione di questo film era il fatto che non ci fossero cani con cui lavorare: c’era una controfigura umana per Buck, che mi permetteva di rivolgere il mio sguardo nella giusta direzione e mi forniva qualcuno con cui interagire dal punto di vista emotivo. All’inizio era un po’ complicato, ma col tempo è diventato piuttosto divertente… ».

  • VIDEO | Omar Sy e Cara Gee raccontano il film
  • VIDEO | Qui la nostra intervista a Harrison Ford:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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