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Il Kaiser | Franz Beckenbauer, il biopic e quel sincero ritratto di un campione

I Mondiali, l’America, Italia 90: Klaus Steinbacher e l’addio al fuoriclasse tedesco

Klaus Steinbacher in versione Franz Beckenbauer allenatore.

ROMA – Adesso che se n’è andato per sempre, possiamo chiedercelo: ma chi era l’uomo Franz dietro al giocatore Beckenbauer? Il calciatore che ha rivoluzionato il modo in cui gli atleti trattavano i media, che ha fatto notizia con la sua vita privata. Franz Beckenbauer, che crea problemi quando qualcosa non va e poi si innamora perdutamente quando incrocia lo sguardo della ragazza giusta. Che lascia la Germania e, al suo ritorno dalla statunitense NASL – North American Soccer League, il programma TV Das Aktuelle Sportstudio lo accoglie con ballerini di aerobica in tutine di acetato. Prodotto da Bavaria Fiction per conto di Sky Studios, Il Kaiser – Franz Beckenbauer – su Sky Cinema e NOW – cerca proprio di raccontare tutto questo: l’ascesa del campione e della sua incredibile parabola, da asso del calcio a leggendario allenatore.

Dal campo al cinema: una scena de Il Kaiser.

Una carriera straordinaria, quella di Beckenbauer, che lo ho visto capitano e bandiera per oltre dieci anni – dal 1964 al 1977 – del Bayern Monaco in cui vinse tutto: quattro Bundesliga, tre Coppa dei Campioni e una Coppa Intercontinentale. Successi che gli garantirono a livello individuale il Pallone d’oro nel 1972 e nel 1976. Non solo: fu anche il primo difensore della storia del calcio ad essere insignito di un simile premio. E nel 1990, ecco il prato verde di Italia 90, quando il Kaiser – questa volta come allenatore – marcia trionfalmente verso la Coppa del Mondo, vinta in finale contro Maradona. Assieme a Mário Zagallo (un altro addio recente) e Didier Deschamps è oggi una delle sole tre persone a vincere il Mondiale sia da giocatore sia da allenatore.

Klaus Steinbacher in una scena de Il Kaiser - Franz Beckenbauer
Klaus Steinbacher è Franz Beckenbauer

Nel biopic Il Kaiser lo vediamo anche negli anni Settanta, decennio in cui Beckenbauer, oltre ad aver preso parte alla partita del secolo – la semifinale Italia-Germania Ovest 4-3 di quel Messico 70 dove la Germania Ovest si qualificherà terza alla fine del torneo e in cui resterà stoicamente in campo contro gli azzurri di Ferruccio Valcareggi con un braccio lussato (causa sostituzioni esaurite) – vedrà poi i teutonici vincitori nel 1972 al Campionato europeo, ma soprattutto nel 1974 dove, da padroni di casa della Coppa del Mondo, batteranno l’Arancia Meccanica olandese di Rinus Michels guidata dall’Olandese volante – o come lo ribattezzò poi Gianni Brera, il Pelé bianco – Johan Cruyff con un 2-1 esemplare.

Il Kaiser - Franz Beckenbauer tra realtà...
Il Kaiser – Franz Beckenbauer tra realtà…

Nel 1977, in una fase calante arrivata presto visti i 32 anni, Beckenbauer passò ai N.Y. Cosmos dove vinse tre campionati deliziando le ancora giovani platee americane affamate di soccer. A 35 anni e ancora qualche cartuccia da spendere, il Kaiser tornerà in terra tedesca nel 1980 dove vestì la maglia dell’Amburgo SV con cui vinse – ancora una volta – la Bundesliga 1982 per poi, l’anno successivo, tornare ai Cosmos dove chiuderà la carriera a 38 anni. Comprensibile quindi, vista la statura artistica di Beckenbauer, come Steinbacher, il suo interprete ne Il Kaiser – Franz Beckenbauer, abbia usato simili parole per esprimere l’entusiasmo: «Poterlo interpretare? Senza dubbio è stato un grande onore. Il suo talento e la sua affascinante disinvoltura mi hanno sempre attratto: un ruolo assolutamente da sogno».

Klaus Steinbacher in una scena de Il Kaiser - Franz Beckenbauer
… e finzione

Steinbacher sottolinea poi la bellezza dell’esperienza de Il Kaiser – Franz Beckenbauer, che poi è il sogno di intere generazioni di tedeschi (e non solo): «Mi è stato permesso di giocare a calcio e di diventare due volte campione del mondo. Un divertimento incredibile, che spero che gli spettatori percepiranno». Un biopic, quello intessuto da Trageser, dal taglio ironico e accurato, popolato di rotture di quarta parete e della precisa scelta di raccontare calcio tramite veri filmati d’epoca e ben poche incursioni di fiction. Scelta vincente non fosse altro perché – e i precedenti de Il Divin Codino (di cui potete leggere qui) e Zlatan ci hanno insegnato qualcosa in merito – è che è praticamente impossibile riportare nella finzione la spontaneità e l’intensità dei gesti calcistici, specie quelli dei campioni.

Il Kaiser - Franz Beckenbauer, Tim Trageser rinnova il biopic calcistico
Il Kaiser – Franz Beckenbauer, qui in versione allenatore.

Lontano dalla comune agiografia Il Kaiser parte dall’uomo Franz fatto di sogni e desideri, frustrazioni e gioie, ma soprattutto di conflitti come nella ricerca d’approvazione continua dello scontroso padre Franz Beckenbauer Sr, l’altalenante matrimonio con la prima moglie Brigitte (sposati nel 1966, i due divorzieranno nel 1990) o nella difficile scelta di andare a vivere a New York dopo una vita intera in Germania. Così ecco un ritratto lucido e intelligente del campione tedesco che – nato a centrocampo per poi arretrare sino alla difesa – rivoluzionò per sempre il concetto del libero non come ultimo baluardo difensivo, ma come primo manovratore di gioco offensivo, dalla difesa all’attacco che avrebbe fatto storia, dal Baresi di Sacchi a Pep Guardiola. Non ultimo, vi chiederete, ma perché proprio Kaiser come soprannome?

Steinbecher, il giovane Beckenbauer, con i genitori sul set del film.

La risposta ci viene fornita da una voce autorevole come quella di Federico Buffa (che avevamo intervistato qui) in una puntata del suo Storie Mondiali: «Ogni volta che viene nominato, viene nominato col nomignolo di Kaiser. Dici per le sue note di personalità straripante? No, perché con la sua faccia da ragazzo del coro sembra esattamente quel dolcissimo sovrano che la Baviera ha avuto di nome Ludwig II». Per poi concludere: «È un borghese per default. Sposa la classica bionda ma gioca divinamente a calcio. No, togliete il ma, il ma non serve: gioca divinamente a calcio. È razionale, ha fatto il mediano nelle prime Germanie, adesso fa il libero. È il padrone, è veramente un giocatore che passa una volta ogni cent’anni». Più che un atleta quindi: il Kaiser era un artista del pallone che non dimenticheremo mai.

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Qui sotto potete vedere il trailer del film:

 

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