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Il Campione | Tra sport e vita: perché (ri)scoprire il film con Stefano Accorsi?

Andato male in sala, poi in streaming, ora in TV. Ecco perché dovreste assolutamente riscoprirlo

Andrea Carpenzano e Stefano Accorsi ne Il Campione.

ROMAIn sala non andò molto bene, poco valutato in un periodo difficile, eppure Il Campione di Leonardo D’Agostini – regista addirittura all’esordio dietro la macchina da presa – è uno dei titoli che negli ultimi anni noi di Hot Corn abbiamo più amato tra quelli italiani. Perché? Perché dietro la vicenda della pellicola, nonché dietro la figura di quel calciatore giovane, bravo e viziato interpretato da un incredibile Andrea Carpenzano – ovvero Christian Ferro, con la maglia giallorossa numero 24 della Roma, una sorta di Zaniolo – si nasconde un vero e proprio coming-of-age sullo sfondo dello sport più amato del nostro Paese. Una parabola che parla di calcio per raccontare molto altro.

Stefano Accorsi e Andrea Carpenzano in una scena de Il Campione

La storia è presto detta: quella di un campione tutto genio e sregolatezza (Zaniolo? Sì, ma anche Cassano), che guadagna milioni, e sulla maglia della Roma porta il cognome della madre. Dall’altra parte invece ecco Valerio Fioretti (un ottimo Stefano Accorsi), insegnante stanco e disilluso, ma ancora innamorato delle parole e dell’insegnamento. Un film che – per rimanere in tema – sbaglia davvero pochi passaggi, avvicinandosi addirittura ad uno di quei romanzi di formazione che spesso vediamo (e adoriamo e vi raccontiamo nella nostra sezione SportCorn) nel cinema americano e allineando anche alcuni riusciti personaggi secondari come il presidente Tito (Massimo Popolizio), la futura fidanzata Alessia (Ludovica Martino) e il Mauretto di Gabriel Montesi.

Andrea Carpenzano alias Christian Ferro con la maglia della Roma

Se ancora non bastasse e se cercate un motivo in più per (ri)vedere Il campione, allora date un orecchio anche alla colonna sonora. Alternati alla soundtrack originale firmata da Ratchev e Carratello, spiccano diversi brani editi – vedi la potente Special Needs dei Placebo posizionata nel momento giusto – mentre i due protagonisti giocano sui silenzi e sugli sguardi. Proprio come fossero due compagni di squadra con un unico obbiettivo: fare gol, finendo ad abbracciarsi su un fischio finale che sa di rinascita e di ripartenza. Calcio, maturazione, cinema e sport per la partita della vita. Rivedetelo, ne vale la pena.

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