MILANO – «L’amore è una forza della natura». Potevano scegliere una tagline più banale per I segreti di Brokeback Mountain? Forse no, ma gli dei del cinema hanno voluto che gli spettatori andassero oltre uno slogan scadente, per scoprire la vicenda di Ennis e Jack. Certo, il fatto che si trattasse di una chiacchieratissima storia d’amore fra due cowboy potrebbe avere influito sui risultati al botteghino, trasformando un film a basso budget in un vero fenomeno da 178.062.759 milioni di dollari. Pochi però conoscono il travagliato viaggio che Brokeback Mountain – questo è il titolo originale – ha dovuto affrontare per arrivare sul grande schermo e lanciare nell’olimpo delle star Heath Ledger e Jake Gyllenhaal.
Partiamo quindi da un dato di realtà: la drammatica quanto romantica relazione fra Ennis e Jack non è una storia vera e nemmeno esiste un posto che si chiama Brokeback Mountain in Wyoming. Per dirla tutta, le riprese si sono svolte fra la regione dell’Alberta (Canada) e l’area dell’altopiano Big Horn negli States. Tornando alla vicenda dei due protagonisti, tutto risale al 1997 quando, sulle pagine del New Yorker, l’autrice Premio Pulitzer Annie Proulx pubblica il racconto intitolato proprio Brokeback Mountain. L’effetto è dirompente perché la storia fa a pezzi l’icona ipervirile del cowboy per raccontare una storia d’amore, dove l’omofobia gioca un peso cruciale.
Il successo è immediato. Brokeback Mountain diventa un caso e attira l’attenzione di Hollywood. Ed è a questo punto che entrano in scena Diana Ossana e Larry McMurtry, anche lui vincitore di un Pulitzer e autore di fortunati di script per film come Hud il selvaggio e Voglia di tenerezza. Nel 1999 quindi la coppia di sceneggiatori mette a punto il copione di quello che conosceremo come I segreti di Brokeback Mountain. Peccato però che da qui in poi la strada del film sia piena di ostacoli, ma perfettamente in linea con la vicenda di Ennis e Jack: costretti a vivere una tormentata relazione per più di 20 anni, sempre di nascosto, lontani dagli occhi del mondo che non potrebbe mai accettarli, mentre loro stessi faticano a gestire i loro sentimenti e le loro esistenze di facciata, con mogli e figli al seguito.
Chi potrebbe quindi dirigere un film così rivoluzionario? Prima si pensa a Gus Van Sant, che abbandona però l’impresa dopo il no di Matt Damon per il ruolo da protagonista. A quel punto il testimone passa a Pedro Almodóvar che, seppur lusingato, rifiuta il progetto non senza qualche futuro rimpianto. Quindi arriva l’intuizione giusta: si punta tutto su Ang Lee. Il regista taiwanese accetta senza pensarci due volte, salvo poi scoprire che il cammino è tutto in salita. Perché? Pare che nessuno sia disposto a interpretare i protagonisti. Anche Mark Wahlberg e Joaquin Phoenix si tirano indietro. Fino a quando qualcuno ha un’idea: perché non chiamare Heath Ledger e Jake Gyllenhaal? Sono entrambi dei giovani talenti, popolari ma non ancora celeberrimi, alla ricerca della vera consacrazione.
Si fanno le prime prove e la coppia di attori funziona perfettamente: c’è la giusta alchimia, ma anche l’imbarazzo che gli stessi personaggi provano. Per interpretare le mogli di Ennis e Jack vengono chiamate rispettivamente Michelle Williams e Anne Hathaway. E qui il destino gioca le sue carte perché Michelle e Heath diventano una coppia anche nella realtà, hanno una figlia e Jake viene scelto come padrino. Ma tutto questo accade molto tempo dopo la fine delle riprese.
Quando si arriva invece al debutto de I segreti di Brokeback Mountain alla Mostra del Cinema di Venezia è un trionfo anche se, insieme al Leone D’Oro e agli elogi, non mancano le polemiche. Come se vivessimo ancora nel Wyoming del 1963, alcuni etichettano il film come osceno, per non dire blasfemo. C’è chi lo censura e chi lo boicotta. Tutti gli altri invece – quelli capaci di andare oltre il perbenismo, lo scandalo e il voyerismo – lo apprezzano per quello che è: un romantico e tragico racconto di una relazione tormentata, fatta di passione, rimpianti e sentimenti profondi. Perché, alla fine, aveva ragione chi diceva: «Accettiamo solo l’amore che pensiamo di meritare».
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