MILANO – Ci sono personalità la cui immagine risulta legata in maniera indissolubile agli alter ego che li hanno resi celebri. Senza dubbio è il caso di Jacques Tati e del suo personaggio Monsieur Hulot – tra mimo, comicità splastick e un occhio a Chaplin e Buster Keaton – grazie al quale il regista francese fu capace di entrare nel novero degli autori più influenti del cinema. Se non avete ancora fatto un tuffo nel suo cinema potete recuperare subito, trovate quasi tutto su CHILI qui. Ecco i consigli di Hot Corn.
MIO ZIO (1958) – Mon Uncle vede la seconda apparizione del personaggio di Monsieur Hulot, un signore bizzarro ed anticonformista che si batte contro l’avvento del capitalismo tecnologico, cercando di influenzare il giovane nipotino secondo uno stile di vita naïf e bohemien. Il film è costruito come un lungo sketch, in cui Monsieur Hulot si scaglia contro la classe borghese, in rapida ascesa all’epoca. Premiato con l’Oscar al miglior film straniero e con il premio speciale a Cannes.
LE VACANZE DI MONSIEUR HULOT (1953) – Le vacanze di Monsieur Hulot è probabilmente l’opera più celebre e riuscita di tutta la filmografia di Jacques Tati. La storia è di una semplicità disarmante: Monsieur Hulot giunge a bordo della sua macchinina scassata in un albergo della costa bretone e lì trascorre l’estate in compagnia di altri clienti. La comicità intelligente ed incisiva di Tati rende gigantesca un’opera altrimenti lineare, ma a colpire ancor più è la riflessione malinconica sul male dell’esistenza che pervade tutto il film. Capolavoro senza tempo.
PLAY TIME – TEMPO DI DIVERTIMENTO (1967) – L’opera più visionaria di Tati è indubbiamente Play Time. La pellicola venne realizzata con un elevatissimo dispendio di risorse finanziarie, ciononostante riscosse poca ammirazione da parte della critica, e anche gli incassi furono deludenti. Qui il cinema di Tati si fa sperimentale, all’avanguardia. Il cineasta spinge oltre la riflessione sul mezzo, portando in scena virtuosismi tecnici e stilistici, uniti alla consueta comicità che sempre l’ha contraddistinto. Difficile? Forse, ma soprattutto splendido.
GIORNO DI FESTA (1949) – Giorno di Festa è il primo lungometraggio girato da Jacques Tati. Questa volta protagonista non è Monsieur Hulot (nel 1949 non era ancora stato inventato), ma il postino Francois, interpretato dallo regista e attore. Sin dal suo esordio cinematografico Tati mostra di saper costruire magistralmente un intreccio in cui la commistione fra comicità e dramma poetico sono di lucido fascino narrativo. Ancora embrionale, non per questo da scartare.
MONSIEUR HULOT NEL CAOS DEL TRAFFICO (1971) – Siamo davanti ad una sorta di road-movie in stile Tati. Monsieur Hulot progetta un’automobile super tecnologica che dovrà presentare al salone di Amsterdam, ma il viaggio da Parigi all’Olanda sarà colmo di ostacoli e peripezie. Tati, reduce dall’insuccesso commerciale di Play Time, riesce con destrezza a risollevarsi, supportato dalla solita frizzantezza di Monsieur Hulot, alla sua ultima apparizione. Con Hulot morirà anche lo slancio creativo del cineasta francese che, con Caos del Traffico, realizzerà il suo ultimo film.
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