ROMA – Davvero, non sappiamo più come dirlo: è chiaro, è lampante che oggi non c’è più differenza tra cinema e serialità. Anacronistico parlare di generi, ancora più anacronistico rimarcare un confine che non ha più motivo di esistere. La lista degli esempi è lunga, a cui si aggiunge, confutando la tesi, la splendida The Old Man, serie originale FX (ma in Italia su Disney+) tratta dall’omonimo romanzo di Thomas Perry. Spiegandovi perché è una delle migliori serie del 2022, dobbiamo innanzitutto partire dall’incipit: dopo un inizio velatamente creepy, poco a poco, entriamo nel mondo sconquassato del mastodontico protagonista, Dan Chase. Mastodontico per due motivi: il primo, perché il regista dei primi due episodi, Jon Watts (sì, quello di Spider-Man: No Way Home) fa sì che la sua figura riempia l’immagine; il secondo perché Chase è interpretato da uno straordinario Jeff Bridges.

Come si dice, un ruolo che gli calza a pennello, riflettendo nei toni i tormenti e le inquietudini del personaggio, e se non fosse Jeff Bridges, quello di Dan Chase potrebbe essere uno dei ruoli della vita per un attore. Del resto, The Old Man è proprio questo: la discesa negli inferi di un uomo in fuga, rintanato in una solitudine interrotta dall’amore dei suoi due rottweiler – Dave e Carol – e dalle telefonate di sua figlia Emily. Dan, infatti, è un ex agente della CIA che da ormai trent’anni vive tra i boschi dello stato di New York. Qualcosa, però, inizia scricchiolare e, dopo aver ucciso un intruso che irrompe nella sua casa, Chase è costretto a scappare, sapendo che il passato è tornato alla sua porta. Mentre è nascosto, Chase affitta una stanza nel motel do Zoe McDonald, con la quale si ritroverà a collaborare.

Perché scappa? Ovviamente, non vi riveliamo nulla (vi basta sapere che in ogni puntata c’è un cliffhanger pronto a fare implodere il climax), ma dietro il piano sembra esserci il suo complicato trascorso nella guerra sovietico-afghana. In questo senso, scopriamo nelle sette puntate che compongono The Old Man, che la morsa intorno a Dan è stretta dal vicedirettore del controspionaggio dell’FBI Harold Harper (John Lithgow). Al fianco di Harper ci sono il suo protetto, l’agente dell’FBI Angela Adams (Alia Shawkat) e l’ufficiale della CIA Raymond Waters (E.J. Bonilla); così come Julian Carson (Gbenga Akinnagbe), un sicario altamente addestrato assunto da Harper per uccidere Chase.

Ecco, tra lo sguardo silenzioso ma complice dei suoi due fedeli cani, e la voce telefonica di una figlia lontana, il viaggio di Dan Chase taglia verticalmente la narrazione sviluppata da Jonathan E. Steinberg e Robert Levine: un viaggio dosato e ritmato da un approccio biforcato, illuminando poco a poco il passato del protagonista e i motivi, rivelatori, che lo hanno portato ad una perenne fuga. Il gioco spionistico, poi, è tutto orchestrato sopra un continuo rimpiattino che alterna tormenti, identità e fantasmi perduti (in questo senso la figura della moglie deceduta è un’alterazione chiave), regalando alla serie quell’approccio dolente tipico di una certa letteratura thriller contemporanea. Il resto, poi, lo fanno i violini della folgorante colonna sonora composta da due fuoriclasse come T Bone Burnett e Patrick Warren. Strepitosa, una serie da non perdere.
Qui il trailer di The Old Man:
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