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Hopper e il Tempio Perduto? Un (divertente) film d’animazione per tutta la famiglia

Citazioni e buoni sentimenti per il cartoon 3D diretto da Ben Stassen e Benjamin Mousquet

Hopper e il Tempio Perduto, tra Indiana Jones e un film per tutta la famiglia
Hopper e il Tempio Perduto, tra Indiana Jones e un film per tutta la famiglia

ROMA – Cambio di rotta – ma fino ad un certo punto – per Ben Stassen e Benjamin Mousquet (qui la nostra intervista), registi e autori belgi che, dopo aver diretto e scritto una sequela di film animati rivolti ai più piccoli (Le Avventure di Sammy, Bigfoot Junior, Rex – Un Cucciolo a Palazzo…) decidono di fare un parziale salto in avanti portando sul grande schermo una storia (e un eroe) diametralmente e ipoteticamente adatto ad un pubblico in parte più maturo, abbracciando di conseguenza una platea composta da bambini divertiti e adulti sorpresi per l’ottimo approccio citazionista che possiede Hopper e il Tempio Perduto. Fin dal titolo italiano infatti il protagonista è una sorta di giovane Indiana Jones, anche se l’universo cinematografico è quello di un Regno abitato da animali antropomorfi. E lui, nello specifico, è (non chiedete il motivo…) un coniglio con le zampe (e qualche piuma) di un pollo.

Hopper, il protagonista del film
Hopper, il protagonista del film

Chiaro allora quanto Hopper e il Tempio Perduto, a suo modo, oltre essere un film d’avventura sia soprattutto un film d’animazione che vuole sottolineare quanto la diversità, oggi, sia solo una questione di prospettive. Anzi, la diversità e l’anti-convenzionale possono essere elementi decisivi per venire a capo delle situazioni più complicate, rigirando sotto un’altra luce quel contrasto da vivere, finalmente, in modo libero. Già perché il desiderio più grandi di Hopper è quello di essere accettato da tutti e diventare un grande avventuriero al pari del suo padre adottivo, il re Peter. Per farlo decide di raggiungere un lontano Tempio (accompagnato dal suo amico Abe la tartaruga e da Meg, un puzzola spericolata), ma inavvertitamente fa scappare di prigione il cattivissimo zio Lapin, anch’esso intenzionato a raggiungere le rovine perdute.

hopper e il tempio perduto
Hopper, Abe e Meg

Un viaggio emozionante, spassoso e colorato, dunque, al centro di Hopper e il Tempio Perduto, condito e amalgamato da una buona d’ose di umorismo (affidato quasi totalmente al sarcasmo di Abe) e un’altrettanta buona dose di dolcissimi sentimenti. In mezzo, come detto, preponderanti omaggi agli adventure movies per eccellenza (la sequenza iniziale è un chiaro omaggio a I Predatori dell’Arca Perduta, e per tutto tra gli oggetti torna puntuale l’iconica frusta) e una buona animazione 3D (anche gli studios europei stanno facendo enormi passi avanti), capace di catturare l’attenzione di quella platea composta dai piccoli, trovando in Hopper una sorta di amico. Dunque, nella sua naturale e rassicurante semplicità, il coniglietto (e un po’ pollo) Hopper è la metafora di quanto sia importante e vitale credere in sé stessi, anche e soprattutto grazie all’amore, al rispetto e all’amicizia. Valori nevralgici e mai troppo scontati.

Qui l’intervista ai registi, Ben Stassen e Benjamin Mousquet:

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