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Gli Oceani Sono I Veri Continenti | Tommaso Santambrogio, Cuba e le orme di Lav Diaz

Presentato alle Giornate degli Autori e ora al cinema, un viaggio monumentale in bianco e nero

Gli Oceani Sono I Veri Continenti
Un frammento di Gli Oceani Sono I Veri Continenti.

VENEZIA – Nuovo e atteso esordio del cinema italiano, Gli oceani sono i veri continenti di Tommaso Santambrogio dopo aver aperto le Giornate degli Autori arriva in sala con Fandango ed è una (bella) sorpresa. Il film incrocia le storie – ambientate a Cuba – di Edith e Alex, colleghi di teatro ed amanti, ma anche dell’anziana Milagros che rilegge le lettere del suo compagno Miguel, partito e mai più tornato dalla guerra in Angola. E poi ecco Alain e Frank, bambini che sognano un futuro da giocatori di baseball negli Stati Uniti. Con un bianco e nero in cui a luccicare è solo la pioggia, Santambrogio prolunga il suo omonimo cortometraggio – già presentato alla Settimana della Critica nel 2019 – e racconta il tema della separazione affrontandola con tre prospettive temporali diverse.

Gli oceani sono i veri continenti di Tommaso Santambrogio è stato presentato in concorso alle Giornate degli Autori
Una scena de Gli oceani sono i veri continenti di Tommaso Santambrogio.

Per la maggior parte del film è una camera fissa a portarci in un entroterra cubano (ci troviamo a San Antonio de los Baños) diverso da quello che siamo spesso soliti immaginare dell’isola: il viaggio da intraprendere è fatto di ricordi, ma le situazioni sono spesso molto frustranti e di grande attesa. Non è un caso che le inquadrature di Gli oceani sono i veri continenti rievochino lo stile del cinema di Werner Herzog, ma soprattutto quello di Lav Diaz con cui Santambrogio ha collaborato per il documentario Taxibol. Alla pellicola fa gola la cultura di Cuba: il regista lega il suo film a questi luoghi e ai personaggi che li abitano, facendo dialogare con la sua regia la realtà e la memoria del Paese.

Alexander Diego ed Edith Ybarra Clara in un momento del film
Alexander Diego ed Edith Ybarra Clara in un momento del film

Nel frattempo i paradossi si inseguono nel racconto e nelle immagini di un universo immaginifico non proprio per tutti e che spesso si fa sopraffare dall’inerzia (ma se avete presente il cinema di Lav Diaz, sapete già a cosa andate incontro). Ma quindi cosa resta de Gli oceani sono i veri continenti? Una riflessione sull’arte e sulla libertà lontana dai cliché di Cuba, che immobilizza i ricordi nel tempo tentando anche di cambiare le cose e i destini dei protagonisti, alle prese con la scelta di restare o andare. E scena dopo scena il film diventa anche un esercizio per lo spettatore, che – per forza di cose – si adatta gradualmente al ritmo del racconto ed inizia ad esplorare, seduto anch’esso sulla banchina del treno di San Antonio de los Baños…

  • OPINIONI | Nina dei Lupi, la favola nera di Antonio Pisu
  • VIDEO | Qui la nostra intervista a Tommaso Santambrogio:

 

 

 

 

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