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Gli italiani, Fantozzi e la comicità: arriva il libro postumo di Paolo Villaggio

A un anno dalla scomparsa esce Italiani brava gente… ma non è vero! Ecco un racconto in anteprima

A un anno dalla scomparsa – era il 3 luglio del 2017 – arriva in libreria l’opera inedita di Paolo Villaggio, una serie di brevi e folgoranti racconti che inchiodano gli italiani ai loro (molti) vizi e alle loro (poche) virtù. Italiani brava gente… ma non è vero! (La Nave di Teseo, pp 224, € 12 euro) si apre e chiude con una prefazione e una postfazione del ragionier Ugo Fantozzi, l’alter ego dell’attore, e in mezzo si diverte a descrivere minuziosamente piccoli grandi difetti tutti nostrani: «Qui da noi, da sempre, c’è un’abitudine radicata profondamente nella nostra cultura», spiega Villaggio, «non si dice mai la verità, soprattutto quando si parla di sé. La frase ‘Vede, io sono un uomo fondamentalmente buono’ va così tradotta: ‘Io sono una carogna, ho subìto troppe umiliazioni nella vita, sono capace di scrivere lettere anonime, delazioni e, spesso, ho pagato iettatori professionisti per nuocere ai miei amici più cari’». Qui sotto potete leggere un estratto del libro in cui Villaggio riflette sulla comicità e sui tempi della risata.

Ma che fa, ride? di Paolo Villaggio

All’uscita di un film comico, o a teatro o dopo l’esibizione di un personaggio notoriamente divertente, la domanda è: “Si ride? Molto o poco? E lui fa ridere?” Pochi sono gli spettatori che sanno spiegare questi motivi. Si ride poco quando la comicità è un po’ vecchia e quindi prevedibile. La comicità dura al massimo trent’anni, poi si consuma e perde la sua efficacia. Con il passare del tempo, dopo l’uso intensivo che ne fanno la televisione e internet, questa durata si è accorciata.

Paolo Villaggio in una scena di Fantozzi. Era il 1975.

Ma perché e quando si ride? Presupposto fondamentale è che ci sia una platea predisposta a ridere: “Adesso vedrò qualcosa che mi farà divertire.” Quindi, più il comico è conosciuto, maggiore è la sua autorità. Tutti i comici d’ogni epoca hanno un comportamento simile a quello di un bambino nella fase prepuberale della vita.

Stan Laurel e Oliver Hardy, ovvero Stanlio e Ollio.

Stanlio e Ollio sono due bambini di sette e nove anni al massimo, hanno l’età mentale di bambini piccoli e non hanno mai diritto alla sessualità. Nel loro mondo i poliziotti e le donne poco attraenti fanno solo paura. Jerry Lewis si muove e si comporta come un bambino scemo.

Totò con Peppino De Filippo in Totò, Peppino e la… Malafemmina.

Totò desiderava le donne, ma senza mai toccarle. La regola vale per Peppino, Macario e tutti gli altri. Questo comportamento infantile va a dissotterrare nell’inconscio dello spettatore l’infanzia, il periodo più felice e spensierato della vita. Quel ricordo provoca grande allegria, che si manifesta con una risata liberatoria.

Quella volta di Paolo Villaggio con Nanni Loy: su CHILI trovate Sistemo l’America e torno.

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