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Gattaca | Ethan Hawke e l’inno all’imperfezione di Andrew Niccol

DNA, autoaffermazione, dilemmi etici e stelle: vent’anni dopo il film di Niccol è ancora moderno

Gattaca

ROMA – Los Angeles, 1997. Dopo anni passati a dirigere spot pubblicitari a Londra e prima di firmare la sceneggiatura di The Truman Show, il neozelandese Andrew Niccol esordì al lungometraggio con una storia scritta di suo pugno. Stiamo parlando di Gattaca – La porta dell’Universo, film di fantascienza dalle sfumature biopunk che, oltre vent’anni dopo la sua uscita, rimane un racconto attualissimo se non, addirittura, anticipatore di tematiche biotecnologiche. Protagonisti del film due giovani attori, Ethan Hawke e Uma Thurman, che tra Prima dell’alba e Pulp Fiction si erano già ritagliati un posto nella storia del cinema moderno, affiancati da Jude Law che quello stesso anno verrà diretto da Clint Eastwood in Mezzanotte nel giardino del bene e del male.

Ethan Hawke, Jude Law e la scala a chiocciola che ricorda la struttura del DNA

Niccol descrive un futuro prossimo contraddistinto da lotte di classe tra validi, cioè persone dal corredo genetico perfetto, destinati a ricoprire ruoli di rilievo nella società, e i non validi, persone nate con un patrimonio genetico naturale, relegate a compiere lavori umili. Vincent (Hawke), è nato con un DNA non modificato ed ha ereditato lo stesso problema cardiaco del padre. Secondo l’esame del sangue la sua aspettativa di vita è di soli trent’anni. Ma Vincent ha un sogno: diventare astronauta e lavorare a Gattaca, l’ente aerospaziale responsabile delle missioni interplanetarie. Riesce ad entrare, ma solo come addetto alle pulizie, fino a quando un uomo gli propone di comprare l’identità di Jerome (Law), un ex atleta valido divenuto paraplegico dopo un incidente.

Ethan Hawke e Uma Thurman in una scena di Gattaca

Grazie a una vaga somiglianza, finte urine, sangue e impronte digitali, Vincent riesce a superare l’analisi genetica diventando un membro di Gattaca dove incontra e si innamora della collega Irene Cassini (Uma Thurman). Ma alla vigilia della sua prima missione spaziale, uno dei direttori di volo viene ucciso e sul luogo del crimine viene trovato un ciglio riconducile a Vincent, l’ex uomo delle pulizie non valido, ora da tutti conosciuto come Jerome. Giocando con i nomi dei suoi personaggi – Vincent/vincente, Jerome/genoma, Cassini come l’astronomo del Seicento – Niccol dissemina Gattaca di indizi che, a differenza di Vincent ossessionato dal cancellare ogni traccia del suo vero io, rivelano continui rimandi al tema del film.

Una delle suggestive inquadrature del film

Oggi la bioinformatica, l’ingegneria genetica, le nanotecnologie si avvalgono di DNA modificati utilizzati in campo medico, come lo screening genetico per diminuire il rischio di malattie. Ma Niccol in Gattaca si domanda qual sia il limite oltre il quale la scienza non dovrebbe andare. Scegliere aspetto e tratti caratteriali di bambini perfetti destinati a un futuro glorioso è giusto o sbagliato? Dividere la società in due classi destinate a non poter interagire – la saliva di un bacio può essere analizzata per scoprire se il partner ha i requisiti genetici corretti – è lecito? Vincent ha un destino già scritto nella mappa genetica ma non lo accetta e, esattamente come un genetista in laboratorio, riscrive il suo futuro mostrando la sua validità ad una società che voleva relegarlo ai margini.

Gattaca
Ethan Hawke in una scena del film

Ma Gattaca non è un racconto solo narrativamente affascinante. Il futuro immaginato da Andrew Niccol, infatti, è caratterizzato da un’atmosfera retrò che dona al film una dimensione sospesa, senza tempo. Tra macchine dalle linee vintage ma dotate di motori elettrici, architetture minimaliste – per la sede dell’ente spaziale venne usato il Marin County Civic Center di Frank Lloyd Wright e per l’esterno della casa di Vincent il complesso CLA Building di Antoine Predock -, costumi ispirati alla moda degli anni Sessanta (il decennio più futuristico del XX secolo), la fotografia lunare di Sławomir Idziak e la colonna sonora lieve quanto grandiosa di Michael Nyman, Gattaca è un’opera visivamente ammaliante. Un’inno all’autoaffermazione, all’unicità dello spirito umano, all’imperfezione e contro ogni forma di discriminazione. Un film dedicato ai sogni di un uomo con la testa rivolta verso le stelle, pronto a tornare a casa.

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Qui potete ascoltare u brano della colonna sonora di Gattaca:

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